Un altro piccolo favore: il sequel italiano tra stereotipi e imprecisioni linguistiche

“Un altro piccolo favore”, sequel del 2018, è criticato per stereotipi culturali e imprecisioni linguistiche, ma intrattiene grazie alle performance di Blake Lively e Anna Kendrick in un’ambientazione caprese.
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Il film “Un altro piccolo favore”, uscito su Prime Video il 1° maggio 2025, si presenta come un sequel del primo capitolo del 2018. Diretto da Paul Feig e interpretato da Blake Lively e Anna Kendrick, la pellicola è ambientata quasi interamente a Capri. Nonostante l’appeal delle attrici protagoniste e un cast che include nomi italiani di rilievo, il film ha sollevato critiche per l’uso di stereotipi culturali e imprecisioni linguistiche.

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Trama di un altro piccolo favore

La storia riprende cinque anni dopo gli eventi del primo film, con Stephanie Smothers che ha visto Emily Nelson/Hope McLanden arrestata per omicidio. La trama si complica quando Emily riesce a ottenere la libertà provvisoria grazie ai suoi nuovi avvocati, in attesa del processo d’appello. Il suo fidanzato Dante Versano , legato a una potente famiglia mafiosa caprese, sta organizzando un matrimonio sull’isola.

Stephanie viene invitata come damigella d’onore ma deve affrontare le tensioni familiari legate al matrimonio di Emily. La madre affetta da demenza e una zia mai vista prima complicano ulteriormente la situazione. Durante i festeggiamenti nuziali avvengono due omicidi che coinvolgono nuovamente Stephanie in un intrigo criminale.

Critiche agli stereotipi culturali

“Un altro piccolo favore” non è esente da critiche riguardo alla rappresentazione dell’Italia e degli italiani nel cinema americano. Stereotipi datati emergono chiaramente nella narrazione: dalla confusione tra mafia siciliana e camorra napoletana fino all’accento dei personaggi locali che sembra più frutto di una miscela casuale piuttosto che una rappresentazione autentica della cultura italiana.

Il film presenta anche situazioni poco credibili dal punto di vista giuridico o sociale; ad esempio, i poliziotti sono mostrati come succubi dei mafiosi in modo piuttosto caricaturale. Questi elementi possono risultare fastidiosi per gli spettatori italiani, abituati a racconti più sfumati della loro realtà.

Errori linguistici nel finale

Uno degli aspetti più criticabili riguarda le imprecisioni linguistiche presenti nel dialogo finale del film. In particolare, quando Dante viene ucciso mentre parla sia in italiano sia in inglese con il suo assassino, ripete due volte “sei pazzo”. Tuttavia, quando Emily spiega l’accaduto a Stephanie sostiene erroneamente che Charity ha sparato a Dante credendo fosse Olivia.

Questo errore crea confusione poiché Dante utilizza il maschile “pazzo” invece del femminile “pazza”, lasciando intendere dettagli sbagliati sulla dinamica dell’omicidio. Se questo aspetto fosse stato curato meglio dal regista Paul Feig o dai traduttori coinvolti nella produzione internazionale del film, avrebbe potuto evitare fraintendimenti significativi per gli spettatori italiani.

Considerazioni finali sul sequel

Nonostante le critiche mosse al film riguardo agli stereotipi culturali ed errori linguistici evidenti, “Un altro piccolo favore” riesce comunque ad intrattenere grazie alla presenza carismatica delle sue protagoniste Blake Lively e Anna Kendrick. La colonna sonora mescola classici della musica italiana con brani contemporanei, rendendo l’atmosfera vivace ma non priva di difetti narrativi evidenti.

In definitiva questo sequel offre uno spaccato interessante ma imperfetto della cultura italiana attraverso lo sguardo americano; resta quindi da vedere se tali scelte narrative influenzeranno la ricezione futura dei prodotti cinematografici ambientati nel Bel Paese.

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