Chiusura indagini Meta bis: avviso per i boss della ‘ndrangheta di Reggio Calabria

La procura di Reggio Calabria chiude l’indagine “Meta bis” sui boss mafiosi De Stefano e Condello, avviata nel 2010, segnando un passo importante nella lotta contro la ‘ndrangheta.
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La procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha notificato l’avviso di chiusura dell’indagine Meta bis ai boss detenuti Giuseppe De Stefano, Pasquale Condello e Domenico Condello. Questa inchiesta, avviata nel 2010 grazie agli accertamenti del Ros dei carabinieri, ha messo sotto la lente d’ingrandimento le cosche mafiose attive nel mandamento centrale di Reggio Calabria.

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Origine dell’inchiesta e sviluppo delle indagini

L’inchiesta Meta bis è emersa come un’importante operazione contro la ‘ndrangheta calabrese. Le indagini iniziarono nel 2010 e si concentrarono sulle attività illecite delle cosche locali. Il lavoro degli investigatori del Ros ha portato alla luce una rete complessa che coinvolgeva non solo i vertici ma anche i gregari delle organizzazioni mafiose operanti nella zona. L’operazione mirava a smantellare le strutture criminali radicate nella città e a interrompere le loro attività illecite.

Nel 2019, la Cassazione intervenne sull’andamento dell’inchiesta annullando senza rinvio alcune decisioni precedenti per “difetto di correlazione fra imputazione contestata e sentenza”. Questo intervento giuridico ha costretto la procura a rivedere gli atti e a proseguire con nuove notifiche ai soggetti coinvolti nell’indagine.

I protagonisti dell’inchiesta

Tra i nomi più noti coinvolti nell’indagine ci sono Pasquale Condello, soprannominato “il supremo”, e Giuseppe De Stefano, figlio del noto boss Paolo De Stefano assassinato negli anni ’90. Entrambi sono considerati figure chiave nelle rispettive cosche della zona nord di Reggio Calabria: Archi per Condello e il clan De Stefano per Giuseppe. Attualmente detenuti al regime del 41 bis nelle carceri di Opera e Novara, questi boss continuano ad essere al centro delle attenzioni investigative.

I magistrati hanno identificato non solo questi due capiclan ma anche Giandomenico Condello tra gli individui che fanno parte della struttura organizzativa visibile della mafia calabrese. Secondo quanto riportano gli inquirenti, essi sarebbero stati in concorso con altri membri dello stesso sistema criminale inseriti in ambiti decisionali più elevati ma meno appariscenti.

Procedimenti legali futuri

L’avviso firmato dal procuratore Giuseppe Lombardo insieme agli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto segna una fase cruciale nelle procedure legali contro questi esponenti mafiosi. Con l’avvio della conclusione delle indagini preliminari da parte della Direzione distrettuale antimafia rappresentata dai sostituti Sara Amerio e Nicola De Caria, si apre ora un nuovo capitolo che potrebbe portare all’eventuale processo nei confronti dei tre boss accusati.

Queste azioni legali evidenziano l’impegno continuo da parte delle autorità italiane nella lotta contro la mafia calabrese ed il tentativo di ridurre l’influenza criminale sul territorio attraverso misure giuridiche incisive ed efficaci.

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