Scoperta astronomica: un pianeta gassoso in orbita attorno a una stella morta offre spunti sul futuro del nostro sistema solare

Astronomi dell’Osservatorio WM Keck hanno scoperto un gigantesco pianeta gassoso in orbita attorno a una nana bianca, suggerendo che i pianeti possono sopravvivere alla morte delle loro stelle.
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Un gruppo di astronomi ha recentemente identificato un gigantesco pianeta gassoso che orbita attorno a una stella nana bianca. Questa scoperta rappresenta il primo esempio di un sistema planetario che potrebbe rivelare informazioni preziose sul destino finale del Sole e dei giganti gassosi come Giove nel nostro sistema solare. La ricerca, condotta presso l’Osservatorio WM Keck alle Hawaii, suggerisce che i pianeti possono sopravvivere anche dopo la morte della loro stella.

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Un nuovo sistema planetario simile al nostro

Gli scienziati dell’Osservatorio WM Keck hanno osservato questo esopianeta, caratterizzato da un’orbita simile a quella di Giove. Si trova in prossimità di una nana bianca, una fase finale della vita stellare, situata vicino al centro della Via Lattea. Questa scoperta è significativa perché fornisce prove concrete che i pianeti possono continuare ad esistere anche dopo la morte della loro stella madre.

La ricerca ha dimostrato che i giganti gassosi come Giove e Saturno potrebbero avere buone possibilità di sopravvivere alla fase di gigante rossa del Sole. Quando il Sole terminerà il suo ciclo vitale tra circa cinque miliardi di anni, si espanderà e diventerà una gigante rossa prima di collassare in una nana bianca. Tuttavia, poiché Giove e Saturno orbitano a distanze sufficientemente grandi dal Sole, potrebbero rimanere intatti durante questa transizione.

Il futuro incerto della Terra

Mentre i giganti gassosi potrebbero resistere alla morte del Sole, il destino della Terra appare meno favorevole. Essendo molto più vicina al Sole rispetto ai suoi “fratelli” maggiori nel sistema solare esterno, la Terra subirà gli effetti devastanti dell’espansione solare quando questa entrerà nella sua fase supergigante rossa.

Se l’umanità decidesse di trasferirsi su uno dei satelliti naturali di Giove o Saturno per sfuggire alle conseguenze catastrofiche sulla Terra durante questa fase finale del ciclo vitale del Sole, ci sarebbero comunque delle sfide significative da affrontare. Le lune gioviane o saturniane non riceverebbero più calore diretto dal Sole; infatti le nane bianche emettono solo calore residuo e non sono in grado di fornire energia sufficiente per sostenere forme viventi come quelle presenti sulla Terra oggi.

La vita delle stelle: dalla gigante rossa alla nana bianca

Le nane bianche sono il risultato naturale dell’evoluzione stellare; esse rappresentano le fasi terminali delle stelle simili al nostro Sole. Durante le ultime fasi della vita stellare, queste stelle bruciano tutto l’idrogeno presente nel loro nucleo ed iniziano ad espandersi fino a diventare giganti rosse. Successivamente collassano su se stesse riducendosi notevolmente fino a formarsi appunto le nane bianche.

Queste piccole ma dense ceneri stellari hanno dimensioni comparabili a quelle della Terra ma con masse significativamente inferiori rispetto ai corpi celesti originari da cui derivano; ciò rende interessante lo studio degli effetti gravitazionali sui sistemi planetari circostanti.

La scoperta recente offre quindi nuove prospettive sull’evoluzione dei sistemi planetari e sulla possibilità per alcuni corpi celesti di resistere anche nelle condizioni più avverse create dalla morte delle loro stelle madri.

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