Meta, l’ex Gruppo Facebook, ha ricevuto una multa di 200 milioni di euro dall’Unione Europea per violazioni legate alla gestione dei dati personali. Questa sanzione arriva in un contesto in cui l’azienda sta cercando di evidenziare il proprio impatto economico e occupazionale in Europa. Mark Zuckerberg ha anche chiesto supporto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per affrontare le normative europee che potrebbero influire negativamente sul business.
L’impatto economico delle attività Meta in Europa
Recentemente, Meta ha rivelato che le sue piattaforme sociali, tra cui Facebook e Instagram, hanno generato un giro d’affari complessivo di 213 miliardi di euro nel 2024. Questi dati sono stati comunicati attraverso un rapporto ufficiale dell’azienda che mette in luce non solo i ricavi ma anche l’importanza occupazionale del colosso tecnologico. In Italia, ad esempio, si stima che le attività legate a Meta sostengano circa 176mila posti di lavoro con un impatto economico calcolato intorno ai 26 miliardi di euro.
Meta sostiene che ogni euro investito nella pubblicità sulle sue piattaforme genera quasi quattro euro per gli inserzionisti europei. Tuttavia, questa situazione potrebbe cambiare drasticamente a causa delle recenti normative introdotte dall’Unione Europea come il Digital Markets Act . Secondo la multinazionale californiana, rendere più difficoltoso l’utilizzo della pubblicità personalizzata avrà ripercussioni negative su molte piccole e medie imprese europee.
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Le critiche da parte delle Big Tech americane nei confronti della legislazione europea non sono nuove. Infatti Bruxelles ha già inflitto diverse sanzioni a Meta nel corso degli anni; la recente multa è solo l’ultima aggiunta a una lista crescente. Anche Apple è stata multata con mezzo miliardo per simili violazioni riguardanti il DMA.
Le difese di Meta sulla pubblicità personalizzata
In risposta alle preoccupazioni sollevate dalle nuove normative europee riguardo alla pubblicità personalizzata, Meta ha presentato argomenti volti a dimostrare i benefici del suo modello commerciale. Un sondaggio condotto recentemente indica che circa l’80% dei consumatori preferisce ricevere annunci mirati piuttosto che generici; questo suggerisce secondo loro una relazione vantaggiosa sia per gli inserzionisti sia per gli utenti finali.
Tuttavia la questione rimane complessa: nel dicembre del 2024 Meta aveva già subito una multa significativa pari a quasi 800 milioni di euro per pratiche considerate anti-competitive nell’ambito dell’e-commerce con Marketplace su Facebook accusata di danneggiare i concorrenti.
La posizione dell’azienda rispetto alle normative continua ad essere critica; secondo loro queste misure non fanno altro che ostacolare aziende americane affermate sul mercato globale senza giustificati motivi.
La posizione politica e strategica di Zuckerberg
Negli ultimi anni Mark Zuckerberg ha mostrato segni evidenti della sua evoluzione politica avvicinandosi sempre più all’amministrazione Trump. Questa scelta sembra riflettere una strategia volta al sostegno politico contro le regolamentazioni europee percepite come ostili nei confronti delle aziende statunitensi.
Zuckerberg è stato critico nei confronti dell’attuale amministrazione americana guidata da Joe Biden accusandola addirittura durante la pandemia Covid-19 d’introdurre forme di censura sui social media gestiti dalla sua azienda. La richiesta esplicita rivolta alla Casa Bianca sarebbe quella d’intervenire affinché le Big Tech possano ricevere supporto nelle dispute legali contro Bruxelles.
Donald Trump dal canto suo sta attuando politiche commerciali aggressive verso l’Europa ed è noto aver definito Bruxelles “più cattiva della Cina“. Questo clima teso potrebbe portare ulteriormente ad escalation tra Stati Uniti ed Unione Europea su questioni commerciali e regolamentari riguardanti il settore tecnologico americano.