Il 14 dicembre 2024, Torino ha vissuto una serata particolarmente fredda, ma ciò non ha impedito a molti di assistere alla prima dello spettacolo “Ottantaquattro pagine“, organizzato dalla compagnia teatrale “Teatro e Società”. L’evento si è svolto nell’aula magna dell’Università degli Studi di Torino, un luogo emblematico che ospita anche il Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso. La rappresentazione si basa su una lettera storica scritta nel 1919 da un giovane detenuto e affronta temi profondi come il pentimento e la redenzione.
Un’opera ispirata a una lettera storica
“Ottantaquattro pagine” trae origine da un documento unico conservato nell’archivio del Museo Lombroso. La lettera, datata 4 maggio 1919, è l’autobiografia di un giovane colpevole dell’omicidio di una donna. Rivolta ai familiari della vittima, esprime profondo rammarico per le sue azioni. Nonostante l’importanza del contenuto emotivo della missiva, non ci sono informazioni certe riguardo alla sua consegna o a eventuali risposte ricevute.
La compagnia “Teatro e Società” ha utilizzato questa lettera come base per i laboratori teatrali all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, nota anche come le Vallette. Questi laboratori fanno parte del progetto nazionale “Per Aspera ad Astra”, che mira a trasformare l’esperienza carceraria attraverso la cultura. Claudio Montagna, regista e direttore artistico della compagnia, spiega che il suo obiettivo è portare il teatro a chi normalmente non vi accede: “mi piace occuparmi del teatro di chi a teatro non ci va”.
Leggi anche:
Lo spettacolo si distingue per la sua capacità comunicativa ed emozionale. Le parole pronunciate sul palco sono in gran parte quelle scritte dal giovane autore della lettera; i detenuti coinvolti nei laboratori hanno contribuito attivamente alla creazione dello spettacolo stesso. Montagna sottolinea che ogni parola recitata proviene dall’autenticità dell’esperienza vissuta dal protagonista originale.
Un palcoscenico evocativo
L’aula magna dell’Università degli Studi di Torino ha fornito uno sfondo suggestivo per lo spettacolo “Ottantaquattro pagine“. Questo spazio non solo ospita eventi accademici ma è anche situato nello stesso edificio del Museo Lombroso dove si trova l’archivio delle lettere storiche dei detenuti. La scelta del luogo amplifica il significato dello spettacolo poiché crea un legame diretto con la storia raccontata nella lettera.
Tradizionalmente gli spettacoli prodotti dalla compagnia avvengono all’interno delle Vallette; tuttavia questa volta hanno deciso di aprirsi al pubblico esterno in modo diverso rispetto al solito approccio diretto con i detenuti presenti nel carcere stesso. Montagna evidenzia l’importanza dell’incontro tra città e carcere: “il nostro teatro deve essere occasione d’incontro”.
Le complicazioni legate all’apertura delle porte carcerarie agli spettatori esterni sono state evidenti negli ultimi anni; infatti molte rappresentazioni sono state annullate o rinviate per motivi legati alla sicurezza interna degli istituti penitenziari.
Collaborazioni significative
Il contesto carcerario italiano presenta sfide notevoli dovute al sovraffollamento cronico e alle condizioni difficili in cui vivono i detenuti. A Torino, secondo recenti dati ufficiali aggiornati nel maggio 2025, la Casa Circondariale ospita più persone rispetto ai posti disponibili . Questa situazione complessa rende difficile organizzare eventi pubblici sicuri dentro le strutture penitenziarie.
In questo scenario complicato emerge l’importanza delle collaborazioni tra enti culturali e associazioni locali come quella con il Museo Lombroso o con altre fondazioni torinesi impegnate nel reinserimento sociale dei detenuti attraverso attività culturali ed educative.
Montagna sottolinea quanto sia fondamentale avere relazioni solide sul territorio: senza queste collaborazioni sarebbe stato impossibile realizzare progetti come quello de “Ottantaquattro pagine”. Inoltre Teatro e Società lavora insieme ad altri enti locali per garantire continuità alle proprie attività artistiche anche quando gli imprevisti sembrano insormontabili.
Formazione professionale attraverso il teatro
Un altro aspetto importante riguarda le opportunità formative offerte ai partecipanti dei laboratori teatrali nelle carceri italiane tramite iniziative come “Per Aspera ad Astra”. Questo progetto promuove percorsi formativi nei mestieri legati al mondo del teatro affinché i detenuti possano acquisire competenze spendibili dopo aver scontato la loro pena.
Montagna spiega che sebbene gli insegnamenti siano limitati dalla natura temporanea della detenzione – molti partecipanti restano solo pochi anni – ciò non impedisce loro di apprendere abilità utili nella vita quotidiana oltre alle semplici tecniche recitative.
La formazione offerta include vari aspetti pratico-teatrali quali sartoria o gestione tecnica degli eventi live; questo approccio multidisciplinare permette ai partecipanti una visione più ampia sulle possibilità lavorative future.
In definitiva, lo scopo finale rimane quello d’incoraggiare un dialogo costruttivo tra società civile ed esperienze marginalizzate tramite linguaggi artistici capaci d’unire diverse realtà sociali.