Il teatro fACTORy32 di Milano continua il suo progetto dedicato a Stefan Zweig con la nuova produzione “Lettera di una sconosciuta”. Lo spettacolo, che debutterà nella stagione 2024/25, si distingue per un adattamento drammaturgico curato da Chiara Arrigoni e una regia innovativa di Alberto Oliva. La trama ruota attorno a un amore inespresso e alla complessità delle relazioni umane, portando sul palco un’opera che promette emozioni forti.
Il progetto su Stefan Zweig
Dopo il successo della scorsa stagione con l’adattamento di “Paura”, il fACTORy32 ha deciso di proseguire l’esplorazione dell’opera di Stefan Zweig attraverso una trilogia basata su romanzi brevi. Questa scelta non solo mette in luce la versatilità dell’autore austriaco ma offre anche l’opportunità al pubblico milanese di immergersi in storie ricche e complesse. La prima tappa del progetto ha mostrato come le opere letterarie possano essere reinterpretate per il palcoscenico, creando nuove esperienze teatrali.
Quest’anno, “Lettera di una sconosciuta” rappresenta un passo avanti significativo rispetto al precedente lavoro. L’adattamento drammaturgico è stato realizzato con attenzione ai dettagli e alle sfumature emotive del testo originale. La storia racconta le vicende tra uno scrittore senza nome e una giovane donna che nutre nei suoi confronti un amore segreto fin dall’infanzia. Questo legame complicato si sviluppa attraverso lettere mai inviate, rivelando gradualmente i sentimenti profondi della protagonista.
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I protagonisti dello spettacolo
La forza principale dello spettacolo risiede nelle interpretazioni dei due attori principali: Chiara Arrigoni nel ruolo della Sconosciuta ed Enrico Ballardini nel ruolo dello scrittore R. Chiara Arrigoni riesce a dare vita a un personaggio complesso ed elusivo; la sua performance spazia da momenti delicati a esplosioni emotive intense, mostrando così le diverse sfaccettature dell’amore non corrisposto.
Enrico Ballardini interpreta R., portando sul palco un mix affascinante tra vulnerabilità e sicurezza artistica. La sua abilità nell’esprimere sottotesti rende ogni scena carica d’emozione; gli spettatori possono percepire i conflitti interiori del personaggio attraverso gestualità sottili e variazioni vocali ben calibrate.
Questa combinazione tra i due attori crea dinamiche interessanti sul palcoscenico, permettendo al pubblico di entrare in sintonia con le loro esperienze emotive mentre si snoda la trama avvincente ispirata all’opera originale.
Regia e scenografia
La regia è affidata a Alberto Oliva, noto per il suo approccio innovativo nel panorama teatrale italiano. In questa produzione ha scelto elementi visivi significativi come l’uso del tulle per rappresentare simbolicamente la fragilità dei sentimenti espressi nella lettera della protagonista. Il tulle diventa quindi metafora della carta su cui sono scritte queste parole cariche d’amore ma anche d’angoscia.
La scenografia è stata progettata da Paola Arcuria ed è caratterizzata da uno spazio ridotto ma evocativo; l’utilizzo strategico del tulle divide fisicamente lo spazio scenico mentre consente alla narrazione visiva di fluire liberamente fra i vari momenti chiave della storia. Le citazioni estratte dalla lettera apposte su questo materiale trasparente aiutano gli spettatori ad immergersi ulteriormente nella psicologia complessa dei personaggi coinvolti.
In questo modo lo spettacolo riesce ad evitare trappole sentimentali banali pur mantenendo viva quella vena inquietante tipica delle opere più profonde dell’autore austro-ungarico.
Con grande curiosità ci si aspetta ora quale sarà il terzo capitolo della trilogia ideata da Valentina Pescetto: gli appassionati attendono già notizie sulla prossima produzione che arricchirà ulteriormente questa interessante iniziativa culturale milanese.