Sondrio ospita un convegno nazionale sulla dieta mediterranea: scienziati e esperti a confronto

Il convegno di Sondrio sulla dieta mediterranea ha riunito esperti per discutere i benefici per la salute, la valorizzazione dei prodotti tipici e l’importanza di un’alimentazione sana nel contesto attuale.
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Martedì 20 maggio, Sondrio è stata al centro di un importante convegno dedicato alla dieta mediterranea, che ha riunito esperti e accademici da diverse università italiane. L’evento si è svolto nella prestigiosa aula delle adunanze del palazzo della prefettura, dove sono stati presentati studi e ricerche recenti sui benefici per la salute legati a questo stile alimentare.

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Il convegno e i relatori

Il presidente della provincia di Sondrio, Davide Menegola, ha aperto il congresso accogliendo i partecipanti. Tra i relatori figuravano professori provenienti dall’Università della Magna Grecia di Catanzaro, dalla Federico II di Napoli, dall’Università degli Studi di Milano e dall’Università di Parma. Uno dei momenti salienti è stato l’intervento del dottor Marco Missaglia, medico specialista in scienza dell’alimentazione ed endocrinologia sperimentale. Membro del comitato scientifico CediSA dell’Università del Piemonte Orientale, il dottor Missaglia ha condiviso dati significativi riguardo ai vantaggi per la salute derivanti da una dieta mediterranea.

Durante il suo intervento, lo specialista lariano ha evidenziato come uno stile alimentare sano possa contribuire a ridurre statisticamente le malattie cardiovascolari e metaboliche come il diabete mellito. Ha citato lo studio Epic che dimostra come l’assunzione quotidiana di almeno 600 grammi di frutta e verdura colorate possa abbattere il rischio di tumori del 9% e quello degli ictus cerebrali del 26%. Questi risultati hanno suscitato grande interesse tra i partecipanti al congresso.

La ricerca sulla valorizzazione dei prodotti tipici

Un altro contributo significativo è arrivato dal professor Stefano Alcaro dell’Università della Magna Grecia. Direttore del dipartimento di farmacologia nonché presidente dell’Associazione Crisea, Alcaro ha illustrato le attività condotte dal centro Crisea per promuovere i prodotti tipici calabresi legati alla dieta mediterranea. Questa iniziativa mira non solo a preservare le tradizioni culinarie locali ma anche a sottolinearne l’importanza nutrizionale.

Il dottor Missaglia ha ribadito che seguire una dieta mediterranea può contribuire anche alla prevenzione delle malattie neurodegenerative. Queste affermazioni hanno stimolato discussioni tra gli esperti presenti sul potenziale impatto positivo dello stile alimentare mediterraneo sulla salute pubblica.

Deglobalizzazione delle scelte alimentari

Al termine dei lavori congressuali si è tenuto un dialogo tra il dottor Missaglia e il professor Antonio Procopio sull’importanza dello stile vita mediterraneo nel contesto attuale globalizzato. Il concetto proposto dal dottor Missaglia riguarda la “deglobalizzazione” delle nostre abitudini alimentari attraverso un ritorno verso pratiche più sane ed equilibrate in termini nutrizionali.

Questa visione è stata condivisa anche da Evaristo Pini, direttore dell’APF Valtellina presente all’incontro congressuale. Durante la giornata sono stati offerti pranzi preparati dagli studenti dell’Istituto Alberghiero di Sondrio in collaborazione con una delegazione della Scuola Alberghiera di Lamezia Terme; insieme hanno creato piatti ispirati ai sapori tipici calabresi.

Collaborazioni internazionali nel settore gastronomico

La sinergia tra istituti alberghieri italiani ed esteri non rappresenta una novità per APF Valtellina; infatti, già all’inizio marzo si era svolto un Contest Internazionale sul Food organizzato da Marco Cimino che aveva visto coinvolte diverse delegazioni provenienti da vari paesi europei. In quell’occasione il dottor Missaglia aveva portato avanti importanti riflessioni scientifiche sull’alimentazione durante gli eventi culinari organizzati nella regione valtellinese.

L’impegno verso la promozione della cultura gastronomica locale attraverso collaborazioni internazionali continua così a rappresentare una priorità per gli operatori locali nel settore enogastronomico.

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