Bitcoin e PostePay: come acquistare criptovalute in Italia nel 2025

L’articolo analizza l’acquisto di Bitcoin con la carta PostePay in Italia, evidenziando le limitazioni normative e le procedure pratiche per effettuare transazioni sicure nel contesto delle criptovalute.
Bitcoin e PostePay: come acquistare criptovalute in Italia nel 2025 - Socialmedialife.it

Il Bitcoin, creato nel 2009 da un’entità nota con il nome di Satoshi Nakamoto, ha rivoluzionato il concetto di denaro e le transazioni finanziarie. Prima criptovaluta decentralizzata al mondo, ha guadagnato una posizione dominante nel mercato grazie alla sua capacità di operare senza l’intermediazione di enti centralizzati. Questo articolo esplora la possibilità di acquistare Bitcoin utilizzando la carta PostePay e analizza il contesto normativo attuale in Italia.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

Cos’è la PostePay e come funziona per gli acquisti online

La PostePay è una delle carte prepagate più diffuse in Italia, emessa da Poste Italiane. Questa carta consente agli utenti di effettuare acquisti sia online che nei negozi fisici. Può essere ricaricata presso uffici postali, bancomat o tramite trasferimento bancario. La sua popolarità è dovuta alla facilità d’uso e all’affidabilità che offre per le transazioni quotidiane.

Esistono due versioni principali della PostePay: la Standard, priva di IBAN, e la versione Evolution che include un IBAN ed è adatta anche per ricevere bonifici. Nonostante queste caratteristiche rendano la carta molto versatile, ci sono alcune limitazioni importanti da considerare quando si parla dell’acquisto di Bitcoin.

Alcune piattaforme non accettano più carte prepagate come metodo di pagamento a causa delle normative antiriciclaggio europee. Ad esempio, dal 2023 eToro ha bloccato i depositi effettuati con carte come la PostePay. È fondamentale controllare sempre quali metodi sono supportati dalle piattaforme prima della registrazione per evitare inconvenienti.

Acquistare Bitcoin con PostePay: procedure pratiche

Acquistare Bitcoin direttamente con una carta PostePay non è possibile attraverso funzioni integrate nell’app o sul sito ufficiale delle poste italiane; tuttavia, esistono modalità alternative tramite piattaforme esterne specializzate in criptovalute.

Per utilizzare la propria PostePay nell’acquisto dei Bitcoin si possono sfruttare exchange o servizi peer-to-peer che accettano questo metodo di pagamento. Una pratica comune consiste nell’utilizzare un ATM abilitato all’acquisto di criptovalute: basta selezionare l’opzione “Acquista Bitcoin“, inserire l’importo desiderato ed effettuare il pagamento tramite PostePay inserendo anche l’indirizzo del proprio wallet Bitcoin.

È importante notare che non tutti gli sportelli automatici accettano carte prepagate; pertanto è consigliabile verificare in anticipo sul sito del gestore dell’ATM se questa opzione sia disponibile prima dell’operazione d’acquisto.

Normativa sulle criptovalute in Italia: cosa c’è da sapere

Negli ultimi anni l’interesse verso le criptovalute è cresciuto notevolmente in Italia; sempre più persone stanno considerando questi asset digitali come opportunità d’investimento reali. Per rispondere a questa crescente domanda, le autorità italiane hanno avviato un processo regolatorio volto a garantire maggiore sicurezza e trasparenza nel settore delle criptovalute.

Le nuove normative prevedono obblighi specifici riguardanti identificazione degli utenti, tracciabilità delle transazioni e tassazione sui guadagni derivanti dall’investimento nelle cripto-attività. Attualmente chi acquista o detiene criptovalute deve rispettare regole precise tra cui una tassazione del 26% sui profitti generati dalla compravendita degli asset digitali.

Inoltre c’è l’obbligo dichiarativo nel quadro RW della dichiarazione dei redditi anche se le cripto-attività non vengono vendute durante l’anno fiscale corrente. Il panorama normativo italiano potrebbe subire ulteriori cambiamenti già dal 2026; si prevede infatti un incremento dell’aliquota sull’imposta sostitutiva applicata alle plusvalenze derivanti dalle cripto-attività portandola al 33%.

Con tali evoluzioni legislative ci sarà probabilmente anche una maggiore integrazione con i regolamenti europei attuali riguardanti le cripto-valute così come sistemi automatizzati per semplificarsi ulteriormente gli adempimenti fiscali legati agli investimenti nelle valute digitali.

Change privacy settings
×