L’Orastrana e Nuuz presentano un’esperienza artistica unica a Petriolo, dove tradizione, musica e narrazione si intrecciano in uno spettacolo coinvolgente. Questo progetto, nato negli anni ’90 da un gruppo di amici, ha saputo evolversi nel tempo per diventare un punto di riferimento nella riscoperta delle radici culturali marchigiane.
La nascita di L’Orastrana
L’Orastrana è emersa all’inizio degli anni ’90 come un’idea semplice ma potente: mescolare poesia e musica in una cornice informale. I fondatori del gruppo si riunivano in una casa di campagna a Petriolo, ispirati dalla bellezza della golden hour nei film di Stanley Kubrick. Carlo Natali, inizialmente bassista del gruppo, ha guidato la formazione verso una direzione chiara: esplorare le frequenze sonore attraverso racconti visivi che affondano le radici nella cultura popolare.
Con il passare degli anni, il progetto ha subito una trasformazione significativa. Da semplice iniziativa tra amici è diventato un’esperienza artistica collettiva che abbraccia diverse discipline come la musica dal vivo, la recitazione e l’illustrazione. Oggi L’Orastrana collabora con Nuuz per creare spettacoli ibridi che rielaborano la tradizione popolare con linguaggi contemporanei.
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Un viaggio sensoriale tra favole dialettali
Il fulcro dell’attività de L’Orastrana è rappresentato da una serie di favole dialettali scritte da Carlo Natali in petriolese stretto. Queste storie vengono reinterpretate con grande rispetto per l’eredità orale senza seguire rigidamente le regole filologiche. Le fonti utilizzate sono libri storici significativi come quelli raccolti da Mannocchi e Giovanni Ginobili; quest’ultimo è noto per aver avviato ricerche sistematiche nelle Marche prima dell’arrivo del famoso etnomusicologo Alan Lomax.
Le favole vengono lette ed interpretate da Carlo Natali insieme a Katuscia Palmili; durante queste performance vengono realizzati disegni dal vivo dall’artista Ugo Torresi . La colonna sonora originale è curata dai musicisti Leonardo Francesconi al pianoforte e synth e Gianluigi Mandolini alla batteria. Ogni brano musicale riflette l’essenza della favola narrata: dal saltarello vivace per i racconti più leggeri al dark rock per quelli più cupi.
Un impegno culturale lontano dai circuiti ufficiali
Nonostante il loro lavoro sia rimasto nell’ambito dell’underground artistico italiano, L’Orastrana ha mantenuto coerenza nella propria proposta creativa nel corso degli anni. Le loro performance non sono solo eventi musicali ma esperienze immersive legate al territorio marchigiano ed alla memoria collettiva dei suoi abitanti.
Il progetto si distingue anche perché riesce a coinvolgere attivamente il pubblico in ogni esibizione; ogni anno gli spettacoli mutano forma pur mantenendo intatta l’essenza delle storie raccontate. Durante recenti interviste ai membri del gruppo emerge chiaramente quanto siano appassionati riguardo alla loro missione culturale; parlando con entusiasmo trasmettono quella determinazione tipica di chi sa di essere sulla strada giusta verso obiettivi ben definiti.
In un contesto sociale dove spesso le tradizioni rischiano di svanire sotto i colpi del consumismo moderno, progetti come quello de L’Orastrana rappresentano non solo custodi della cultura locale ma anche innovatori capaci di reinventarla secondo nuove prospettive generazionali.