La Corte d’Appello ha accolto il ricorso della Procura, disponendo il rinvio a giudizio di un sindaco in carica accusato di truffa aggravata ai danni dell’ente pubblico. Il procedimento, che si basa su un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, avrà inizio nel giugno del 2026. La vicenda ha suscitato interesse non solo per le implicazioni legali ma anche per i risvolti politici legati alla candidatura dell’amministratore locale.
Le accuse e l’origine del caso
Le accuse nei confronti del sindaco risalgono a gennaio 2020, quando l’amministratore aveva già quasi due anni di esperienza nel suo ruolo. Secondo la Procura, il primo cittadino avrebbe stipulato un contratto lavorativo con un gruppo consiliare collegato a una formazione politica presente nell’Assemblea legislativa regionale. Tuttavia, questo contratto non avrebbe comportato alcuna prestazione lavorativa effettiva.
A pochi giorni dalla firma del contratto, il sindaco avrebbe richiesto e ottenuto un’aspettativa non retribuita dal suo incarico istituzionale. Questa situazione ha avuto ripercussioni dirette sul bilancio comunale: l’amministrazione è stata obbligata a versare mensilmente i contributi previdenziali per l’eletto durante tutto il periodo dell’aspettativa. Gli inquirenti sostengono che la mancanza di attività lavorativa giustificabile rende ingiustificati questi versamenti, avvenuti dal marzo 2020 al febbraio 2022 e ammontanti complessivamente a circa 450 euro al mese.
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La Procura ha quindi ipotizzato una condotta fraudolenta da parte del sindaco finalizzata ad ottenere vantaggi personali ai danni dell’ente pubblico che rappresenta.
L’evoluzione processuale
Inizialmente, la questione era stata archiviata dal giudice delle indagini preliminari con una decisione di non luogo a procedere. Tuttavia, la Procura ha deciso di impugnare tale pronuncia sostenendo che vi fossero elementi sufficienti per portare avanti le accuse in dibattimento.
Con l’accoglimento del ricorso da parte della Corte d’Appello durante un’udienza tenutasi lo scorso giugno, è stato disposto il rinvio a giudizio del sindaco davanti a un giudice monocratico fissando la data per il 3 giugno 2026. Fino ad allora sarà possibile preparare controdeduzioni rispetto alle imputazioni formulate contro l’imputato.
Il quadro accusatorio si fonda su indagini dettagliate svolte dal nucleo della Polizia economica e finanziaria che hanno messo in luce possibili irregolarità nell’utilizzo degli strumenti giuridici apparentemente regolari utilizzati dall’amministratore locale.
Implicazioni politiche e dichiarazioni
Oltre agli aspetti legali della vicenda ci sono anche importanti risvolti politici da considerare. Il sindaco coinvolto è attualmente candidato alla guida della segreteria regionale all’interno di una forza politica d’opposizione; candidatura ufficializzata nelle scorse settimane proprio mentre si intensificano le competizioni congressuali nel partito stesso.
In merito alle accuse mosse contro di lui, l’imputato ha rilasciato dichiarazioni attraverso una nota diffusa dopo l’udienza nella quale esprime fiducia nella magistratura e ribadisce la correttezza delle sue azioni passate. È interessante notare come lo stesso giudice che aveva inizialmente deciso per il non luogo a procedere avesse ritenuto insufficienti le prove presentate fino ad allora; ora però la Corte d’Appello sembra aver trovato motivazioni valide per proseguire con le indagini formali sul caso.
Il prossimo passo sarà quindi quello di affidarsi al giudice competente affinché valuti sia gli aspetti soggettivi sia quelli oggettivi delle accuse formulate contro il primo cittadino coinvolto nella controversia legale.