Il 26 maggio scorso, il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane ha consegnato una petizione intitolata “Stop fondamentalismi Stop apartheid di genere“, accompagnata da un totale di 1.725 firme, tra cui 85 provenienti da associazioni. La petizione è stata inviata alla Presidente del Consiglio Italiano e copiata alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. Questo atto rappresenta un passo significativo nella campagna per combattere i fondamentalismi e l’apartheid di genere.
Obiettivi della campagna
La Campagna “Stop fondamentalismi Stop apartheid di genere” non si limita alla raccolta delle firme, ma mira a sollecitare il governo italiano e le istituzioni internazionali ad adottare misure concrete contro queste problematiche. Il CISDA ha dichiarato che la consegna delle firme segna solo l’inizio di un percorso più ampio per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti sulla gravità della situazione.
In una nota ufficiale, il CISDA ha evidenziato le azioni intraprese fino ad oggi dalla campagna, sottolineando come queste siano parte integrante del loro impegno continuo per la difesa dei diritti umani delle donne in Afghanistan e in altre aree colpite dai fondamentalismi religiosi.
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Proposte legislative e riscontri internazionali
Tra le iniziative più rilevanti c’è stata la proposta di codificazione del reato di “apartheid di genere”, elaborata con il supporto di esperti giuristi. Questa proposta è stata presentata come contributo della società civile ai lavori in corso della Sesta Commissione giuridica dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l’obiettivo che venga recepita nella Convenzione sulla prevenzione e la punizione dei crimini contro l’Umanità attualmente in discussione presso l’ONU. Il Segretariato della Sesta Commissione ha fornito un riscontro positivo a questa iniziativa lo scorso 17 novembre.
Attività locali a sostegno della causa
Il CISDA non si è limitato all’ambito nazionale; diverse amministrazioni locali hanno mostrato interesse verso la causa promossa dalla campagna. Enti come la Regione Lazio, il Comune di Monza e quello di Pomarance hanno approvato mozioni a sostegno dell’iniziativa. Inoltre, lo scorso 16 giugno si è tenuto un incontro con la Commissione pari opportunità del Comune di Roma Capitale che ha espresso pieno sostegno alle attività promosse dal CISDA.
Eventi pubblici per sensibilizzare sull’argomento
Per rafforzare ulteriormente questa mobilitazione sociale, sono stati organizzati eventi significativi nel mese aprile 2025 a Roma. In particolare, il giorno 8 aprile si sono svolte due manifestazioni: una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati con partecipazione attiva da parte delle parlamentari italiane ed un evento aperto al pubblico nel pomeriggio presso il Polo Civico Esquilino.
Questi eventi hanno avuto lo scopo non solo d’informare ma anche d’incoraggiare una maggiore partecipazione civica rispetto ai temi trattati dalla Campagna “Stop Fondamentalismi – Stop Apartheid Di Genere“.
Richieste alla Corte Penale Internazionale
Un altro passo importante compiuto dal CISDA è stato quello dell’invio alla Corte Penale Internazionale avvenuto il 24 aprile dello stesso anno; qui si richiedeva che venisse considerata la codificazione dell’apartheid di genere come crimine contro l’umanità nello Statuto di Roma. La CPI ha risposto positivamente all’iniziativa lo scorso 6 maggio, dimostrando così attenzione verso questo tema cruciale.
Il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane continua quindi a lavorare instancabilmente su questi fronti per garantire che i diritti fondamentali delle donne siano rispettati ovunque nel mondo.