Tre giorni di teatro e memoria a Quartucciu: un omaggio a Francesco Origo

La rassegna teatrale all’Orto Giardino Mariposa de Cardu ha celebrato la memoria di Francesco Origo, con performance che esplorano l’identità culturale e il tema della sostenibilità attraverso arte e teatro.
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Dal 19 al 21 giugno, l’Orto Giardino Mariposa de Cardu a Quartucciu ha ospitato una rassegna teatrale dedicata alla memoria e all’arte della Compagnia Càjka. L’evento, organizzato dai Teatridimare, ha visto la partecipazione di artisti come Alessandro Berti, Francesco Piras e Ivan Fantini. Questa edizione è stata particolarmente significativa poiché segna il proseguimento del lavoro iniziato dal fondatore della compagnia, Francesco Origo, scomparso nel 2022.

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Un inizio speciale per la rassegna

La manifestazione si è aperta con “Dialoghi su Francesco Origo e il suo sogno su vela”, un incontro che ha riunito amici e colleghi per ricordare l’eredità artistica del maestro. La serata è stata caratterizzata da una conversazione tra Alessandro Berti e Francesco Piras, moderata dal giornalista Massimo Moi. Questo momento di riflessione ha permesso ai presenti di condividere aneddoti personali e ricordi legati alla figura di Origo.

L’atmosfera era carica di emozione mentre i partecipanti celebravano non solo il teatro ma anche la comunità che si era formata attorno ad esso. Tra gli ospiti erano presenti nomi noti come la parlamentare Francesca Ghirra ed altri attori che avevano lavorato con Origo nel corso degli anni. Le parole pronunciate durante la serata hanno reso omaggio non solo all’artista ma anche all’uomo che aveva saputo ispirare generazioni intere.

Alessandro Berti ha raccontato storie significative legate al maestro durante il suo periodo all’Accademia di Genova. Ha descritto come Origo fosse capace di trasmettere agli attori l’importanza della vita stessa attraverso il teatro, sottolineando quanto fosse fondamentale questo legame per comprendere appieno l’essenza dell’arte drammatica.

Il monologo “Negri senza memoria”

Il secondo giorno della rassegna è stato segnato dalla performance “Negri senza memoria” interpretata da Alessandro Berti. Questo monologo affronta le complesse relazioni tra italiani e afroamericani negli Stati Uniti del Novecento, esplorando temi come l’identità culturale e le ingiustizie sociali attraverso una narrazione intensa ed evocativa.

Berti ha utilizzato un linguaggio ricco per descrivere le esperienze degli immigrati italiani in America, paragonandoli alle difficoltà affrontate dagli afroamericani dell’epoca. La sua interpretazione non solo intratteneva ma invitava anche alla riflessione profonda sulla storia condivisa delle due comunità.

Il pubblico presente è rimasto colpito dalla potenza emotiva dello spettacolo; molti hanno trovato nelle parole dell’attore un eco delle lotte contemporanee contro le discriminazioni razziali ancora presenti nella società odierna. L’esibizione si è conclusa con applausi scroscianti da parte dei presenti che hanno riconosciuto in Berti non solo un artista talentuoso ma anche una voce potente contro le ingiustizie sociali.

Una chiusura sorprendente con Ivan Fantini

A chiudere la tre giorni teatrale ci ha pensato Ivan Fantini con “Sagra per F | Prendete quel che volete, mettete quel che potete”. Questa performance unica mescola arte culinaria e letteratura in modo innovativo; Fantini utilizza cibo recuperato dagli scarti trasformandolo in gesto artistico significativo.

La serata si è aperta con la proiezione del film “Cosa c’è di strano in tutto questo?“, dedicato proprio alla sua esperienza come cuoco-scrittore impegnato nella valorizzazione degli ingredienti dimenticati dal mercato alimentare tradizionale. I cortometraggi presentati durante l’evento hanno ulteriormente arricchito questa esperienza sensoriale già unica nel suo genere.

Durante lo spettacolo sono state servite pietanze preparate utilizzando ingredienti considerati invendibili o scartati dai normali circuiti commerciali; ciò rappresenta un atto politico oltreché gastronomico volto a sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare. Il motto “prendete quel che volete” invita i partecipanti a riflettere sull’importanza della sostenibilità nella nostra vita quotidiana.

Fantini stesso incarna uno spirito ribelle nel confrontarsi apertamente contro il consumismo sfrenato; egli vive secondo principi anarchici rifiutando gli standard imposti dalla società moderna riguardo al cibo ed alla produzione alimentare.

Questa tre giorni rappresenta quindi non solo un tributo a Francesco Origo ma anche una celebrazione viva del teatro come mezzo per esplorare tematiche rilevanti oggi più che mai nella nostra società contemporanea.