Sofocle rivive a Pompei: Elettra in scena con Bergamasco e Bonaiuto

La nuova produzione di “Elettra” di Sofocle, diretta da Roberto Andò, debutterà al Teatro Greco di Siracusa e sarà in scena a Pompei, esplorando temi femminili e relazioni familiari.
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La tragedia greca torna a risplendere grazie alla nuova messinscena di “Elettra” di Sofocle, diretta da Roberto Andò. Dopo il debutto al Teatro Greco di Siracusa, lo spettacolo sarà presentato al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei dal 11 al 13 luglio 2025. Le protagoniste, Sonia Bergamasco e Anna Bonaiuto, interpretano rispettivamente Elettra e Clitemnestra, mentre Roberto Latini veste i panni di Oreste. Questa produzione si inserisce nel contesto della rassegna Pompeii Theatrum Mundi 2025 ed è promossa dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.

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La forza del testo e la traduzione contemporanea

Interpretare “Elettra” oggi significa affrontare un testo che esplora il femminile attraverso una lente moderna. Il dramma si concentra su temi come il matricidio e le relazioni familiari in un contesto claustrofobico. Virginia Woolf ha descritto l’eroina del dramma come intrappolata in un tempo sospeso . Per Sonia Bergamasco e Anna Bonaiuto, la traduzione curata da Giorgio Ieranò è stata fondamentale per avvicinarsi ai personaggi: «È veramente illuminante», afferma Bergamasco. La traduzione riesce a rendere viva la potenza del testo originale, permettendo agli attori di esprimere le emozioni dei loro personaggi in modo autentico.

Bergamasco descrive Elettra come una donna che lotta contro il dolore causato dalla morte del padre Agamennone per mano della madre Clitemnestra. L’attrice sottolinea l’importanza dell’esperienza personale nell’interpretazione: «Ho potuto offrirle la mia esperienza di donna». Questo approccio permette una rappresentazione profonda delle emozioni umane legate alla vendetta e all’amore familiare.

La scenografia progettata da Gianni Carlucci gioca un ruolo cruciale nella narrazione visiva dello spettacolo; il palazzo in rovina diventa simbolo della decadenza familiare. I costumi pensati da Daniela Cernigliaro riflettono lo stato d’animo dei personaggi: Elettra vive nel lusso ma è anche emarginata; rappresenta una sorta di Cenerentola intrappolata nella sua prigionia emotiva.

Il dialogo tra madre e figlia

Anna Bonaiuto interpreta Clitemnestra con grande intensità emotiva; per lei questo ruolo segna una novità assoluta nella carriera teatrale. L’attrice evidenzia come le interazioni tra madre e figlia siano cariche di tensione reale: «Le relazioni sono molto reali», afferma riferendosi ai dialoghi con Elettra e al coro composto da tre attrici che aggiungono profondità alla narrazione.

Clitemnestra vive nel terrore dell’arrivo del figlio Oreste mentre affronta l’odio della figlia nei suoi confronti dopo aver ucciso Agamennone. La figura materna viene quindi reinterpretata non solo attraverso la lente femminista proposta da Woolf ma anche considerando gli aspetti universali presenti nel testo sofocleo originale.

Bonaiuto descrive Clitemnestra come lucida nelle sue azioni nonostante la ferocia delle circostanze che ha vissuto; questa complessità rende il personaggio ancora più affascinante sul palco. La scenografia elegante offre uno spazio adeguato dove i corpi degli attori possono esprimere pienamente le loro emozioni senza sovrastrutture inutili.

L’importanza dello spazio teatrale

L’esperienza recitativa all’aperto porta con sé sfide particolari ma anche opportunità straordinarie per gli attori coinvolti nello spettacolo. Sonia Bergamasco parla dell’emozione unica provata calpestando le pietre storiche del Teatro Greco: «Quando esci lì dentro senti un passato che siamo noi». Pompei offre invece uno spazio più raccolto ma mantiene intatta l’intensità emotiva tipica dei teatri antichi.

Anna Bonaiuto sottolinea quanto sia importante recitare in luoghi così carichi di storia culturale; entrambi gli spazi contribuiscono a creare un legame speciale con il pubblico attraverso reazioni immediate durante lo spettacolo stesso.

Tuttavia, entrambe le attrici mettono in luce preoccupazioni riguardo allo stato attuale della cultura italiana sotto pressioni politiche crescenti che tendono a svalutare arte e ricerca scientifica come investimenti inutili anziché risorse fondamentali per la società civile.