La premier Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi Valdis Dombrovskis, commissario europeo all’Economia, per discutere del piano europeo di difesa. Questo incontro avviene in un contesto di crescente attenzione verso le spese militari e la sicurezza dell’Unione Europea, soprattutto alla luce delle recenti tensioni geopolitiche. La questione centrale rimane come finanziare questo ambizioso progetto senza compromettere la stabilità economica italiana.
Il contesto del piano di riarmo
Il piano di riarmo è stato concepito come risposta alle nuove sfide poste dalla Casa Bianca e dalla minaccia russa, che si avvicina sempre più ai confini europei. Durante l’incontro con Dombrovskis, Meloni ha espresso preoccupazioni riguardo al finanziamento delle spese per la difesa. Bruxelles ha già manifestato l’intenzione di supportare l’Italia nell’aumentare il budget destinato alla sicurezza nazionale; tuttavia, rimangono dubbi su come integrare queste spese nel quadro normativo esistente.
Dombrovskis ha sottolineato che esiste una possibilità per gli Stati membri dell’Unione Europea di incrementare le loro spese per la difesa anche in situazioni di deficit. Questo aspetto potrebbe risultare cruciale per Roma, che attualmente si trova sopra il limite del 3% del PIL previsto dal patto di stabilità e crescita. L’obiettivo dichiarato è riportare il deficit sotto questa soglia entro il 2026.
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Le reazioni politiche e le opposizioni
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere dopo l’incontro tra Meloni e Dombrovskis. Le opposizioni hanno subito criticato la premier riguardo ai potenziali effetti negativi della corsa al riarmo sulle finanze pubbliche italiane. Giuseppe Conte ha dichiarato che i tagli previsti nel nuovo Patto di stabilità potrebbero danneggiare settori cruciali come sanità e istruzione, mentre Angelo Bonelli dei Verdi ha messo in guardia contro una trasformazione dell’economia italiana in un’economia bellica.
Queste critiche evidenziano un clima politico teso attorno alla questione della difesa nazionale e alle scelte economiche del governo. Con sei regioni pronte ad andare al voto a settembre, ogni decisione presa ora potrebbe avere ripercussioni significative sulla scena politica italiana.
Le proposte alternative sul tavolo
In questo scenario complesso, Meloni sta considerando anche altre opzioni per finanziare le spese militari senza aggravare ulteriormente il debito pubblico italiano. Durante i colloqui con Dombrovskis è emersa l’idea dello strumento “Step“, un’iniziativa proposta da Bruxelles volta a sostenere investimenti nelle tecnologie strategiche europee attraverso fondi già esistenti.
Questo approccio potrebbe permettere all’Italia non solo di aumentare gli investimenti nella difesa ma anche nello sviluppo tecnologico necessario a garantire una maggiore autonomia strategica europea. Tuttavia, Giorgetti sembra voler procedere con cautela: prima bisogna assicurarsi che l’Italia scenda sotto la soglia critica del 3% prima d’intraprendere ulteriori discussioni sui nuovi finanziamenti.
Il negoziato resta aperto ed entrambe le parti sembrano consapevoli della necessità di trovare un equilibrio tra esigenze nazionali ed obblighi europei nella gestione delle finanze pubbliche italiane.