Questa mattina, l’imprenditore edile Mirko Pellegrini, noto come “mister Asfalto”, è stato arrestato insieme ad altri quattro associati nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti legati a appalti pubblici per il rifacimento delle strade a Roma. Le indagini hanno rivelato una rete composta da almeno 15 società, molte delle quali utilizzavano prestanome. Gli appalti in questione ammontano a circa 15 milioni di euro e coinvolgono sia il Comune di Roma che la Regione Lazio.
Dettagli sull’operazione e le accuse
L’operazione è stata condotta dal Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza su richiesta della Procura di Roma, guidata dal pm Lorenzo Del Giudice. Pellegrini è accusato di corruzione, turbativa d’asta, frodi nelle pubbliche forniture e riciclaggio. Oltre ai cinque arrestati, ci sono più di dieci indagati tra cui funzionari del Comune e dirigenti della società Astral Spa, responsabile dei lavori pubblici nella Regione Lazio.
Le indagini si concentrano su sette appalti sospetti legati anche ai preparativi per il Giubileo del 2025. Tra i contratti contestati figura quello da 3,3 milioni assegnato alla La Fenice Spa per il raddoppio della via Marco Simone a Guidonia. Questa strada ha acquisito notorietà grazie alla Ryder Cup del 2023. Altri lavori sotto esame includono interventi in viale Togliatti e via Tor de Schiavi.
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Le intercettazioni hanno svelato conversazioni tra gli indagati riguardanti modifiche all’asfalto durante i lavori stradali: “Io leverei tre centimetri… due tre centimetri”, affermano alcuni degli arrestati.
Appalti legati al Giubileo: un giro d’affari milionario
Il Nucleo Pef ha individuato almeno 75 affidamenti ottenuti nella Capitale con ribassi significativi che superano anche il 30-40%. Il “Gruppo Pellegrini” ha ricevuto una parte dei fondi governativi destinati al Giubileo. In particolare, la società La Fenice Srl ha vinto bandi per ripristinare la pavimentazione lungo le banchine sul Tevere in collaborazione con Dell’Orco Srl.
Tra i progetti finanziabili ci sono quattro interventi specifici sul Tevere con un valore totale superiore ai due milioni di euro; tuttavia, uno degli affidamenti era stato assegnato con un ribasso d’asta del 35%, circostanza che avrebbe dovuto destare preoccupazioni presso la Regione Lazio durante l’aggiudicazione avvenuta nel giugno del 2024.
Una rete estesa oltre Campidoglio e Regione
L’inchiesta non si limita agli enti locali ma abbraccia anche contratti ottenuti da Pellegrini tramite altre amministrazioni statali negli ultimi anni. Tra questi vi è una gara da novantamila euro vinta nel 2021 con il ministero della Difesa per restaurare uno stabilimento balneare dell’Esercito a Fregene; inoltre risulta significativo l’affidamento da quasi un milione per adeguamenti alla caserma Betti-Medici vicino Santa Maria Maggiore.
Altri progetti comprendono lavori sul Palazzo della Marina militare e sull’intelligence interforze presso Ponte Galeria; entrambi gli interventi superano rispettivamente i due milioni di euro ciascuno. Nel contesto dell’indagine emerge anche come nel passato Pellegrini fosse già stato coinvolto in questioni legate alla criminalità organizzata calabrese durante le preparazioni per eventi giubilari precedenti.
Nel corso degli anni passati l’Autorità Nazionale Anticorruzione aveva segnalato anomalie relative alle imprese collegate a “mister Asfalto”, ma tali avvertimenti non sembravano aver avuto seguito nelle valutazioni effettuate dagli enti competenti.