Chiusura dell’indagine Agcom su Meta e Siae: nessuna violazione accertata

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni chiude l’indagine su Meta senza violazioni, promuovendo misure di trasparenza e equità nei diritti d’autore per il settore musicale italiano ed europeo.
Chiusura dell'indagine Agcom su Meta e Siae: nessuna violazione accertata - Socialmedialife.it

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha concluso l’indagine avviata due anni fa nei confronti di Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp. L’istruttoria si è chiusa senza riscontrare violazioni da parte della compagnia statunitense, che aveva rimosso le canzoni gestite dalla Società Italiana Autori ed Editori a causa del mancato rinnovo dell’accordo sul diritto d’autore. Le modifiche concordate tra le parti sono ora obbligatorie.

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Il contesto dell’indagine

L’indagine era stata avviata nel 2021 dopo che Meta aveva deciso di escludere dal suo catalogo musicale i brani gestiti dalla Siae. Questo provvedimento era scaturito dal fallimento delle trattative per il rinnovo del contratto relativo ai diritti d’autore. La situazione ha generato una serie di ricorsi legali che hanno coinvolto diversi enti, tra cui l’Antitrust italiano e il Tar.

La Siae ha accusato Meta di aver abusato della sua posizione dominante durante le negoziazioni per il rinnovo del contratto. In particolare, la società italiana sosteneva che la grandezza e l’influenza globale di Meta avessero creato uno squilibrio nelle trattative, impedendo un accordo equo sulle royalties da corrispondere agli autori italiani.

Dopo un lungo processo legale, il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore della big tech statunitense, stabilendo che non vi erano elementi sufficienti per considerare abusive le pratiche commerciali adottate da Meta durante i negoziati con la Siae.

I rimedi proposti da Meta

In risposta alle accuse mosse dalla Siae e all’apertura dell’indagine da parte dell’Agcm, Meta ha presentato una serie di rimedi volti a garantire maggiore trasparenza ed equità nei futuri accordi con gli editori musicali. Questi rimedi includono misure specifiche per migliorare la comunicazione tra le parti coinvolte nel processo negoziale.

Tra i cambiamenti proposti ci sono anche iniziative destinate ad aumentare la consapevolezza degli artisti riguardo ai diritti d’autore e alle modalità attraverso cui possono monetizzare il loro lavoro sulle piattaforme digitali gestite da Meta. L’obiettivo dichiarato è quello di creare un ambiente più collaborativo in cui gli autori possano sentirsi tutelati nella gestione dei propri diritti.

L’Agcom ha valutato positivamente queste misure ritenendole idonee a risolvere i profili critici emersi durante l’istruttoria. Pertanto, l’autorità ha deciso di chiudere definitivamente l’indagine senza accertare alcuna violazione delle norme sulla concorrenza o sui diritti d’autore.

Implicazioni future per il settore musicale

La chiusura dell’indagine rappresenta un passo importante nel panorama musicale italiano ed europeo in generale. La questione dei diritti d’autore è sempre più centrale nell’era digitale; infatti molti artisti si trovano spesso in difficoltà nel comprendere come proteggere efficacemente le proprie opere online.

Con questo intervento regolatorio si spera possa emergere una maggiore collaborazione tra piattaforme digitali come quelle offerte da Meta e organizzazioni come la Siae. Un dialogo costruttivo potrebbe portare benefici sia agli artisti sia alle aziende tecnologiche operanti nel settore musicale.

Le modifiche imposte dall’Agcom potrebbero fungere anche da modello per altre situazioni simili in Europa dove conflitti analoghi sono già emersi o potrebbero emergere in futuro riguardanti i diritti degli autori nell’ambito delle nuove tecnologie digitali.

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