Il 25 novembre, in occasione del quarantennale dalla morte di Elsa Morante, il Teatro Julio Cortázar di Pontelagoscuro ospiterà il debutto di un nuovo spettacolo prodotto da Teatro Nucleo. Questa creazione artistica si propone di esplorare la figura della celebre scrittrice italiana attraverso una messa in scena che intende restituire la sua voce e la sua visione del mondo. Il progetto coinvolge diverse attrici e si avvale della direzione artistica di Natasha Czertok, con un approccio che mira a far emergere le tensioni e le contraddizioni presenti nell’opera morantiana.
L’approccio al lavoro su Elsa Morante
Nel ruolo di dramaturg, ho avuto l’opportunità di riflettere su cosa significhi portare in scena una figura come quella di Elsa Morante all’interno del contesto teatrale contemporaneo. Non è stata una decisione presa d’impulso; piuttosto, è emersa da un processo creativo lungo e meditato. La sfida non consiste nel creare uno spettacolo biografico su Morante, ma nel dare vita alla sua voce attraverso il corpo delle attrici sul palcoscenico.
La scrittura della Morante possiede già intrinsecamente una forza performativa: è viva e ricca di tensioni emotive. La mia intenzione è quella di esplorare questa dimensione performativa senza cercare risposte semplicistiche o morali evidenti. Ho trovato fondamentale riflettere sulla voce femminile non solo come tema narrativo ma come modalità espressiva autentica in scena.
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La coralità dell’interpretazione
Il nostro lavoro si basa sull’idea che ogni attrice porti con sé esperienze personali e background culturali diversi, creando così una polifonia capace di restituire l’essenza complessa dell’opera morantiana. Le quattro interpreti – provenienti da origini geografiche diverse – contribuiranno a costruire un dialogo scenico ricco ed eterogeneo.
Non vogliamo rappresentare semplicemente “la” figura monolitica della scrittrice; piuttosto ci interessa mettere in luce le sue molteplici voci interiori che coesistono nella sua opera. Questo approccio ci permette anche d’affrontare il linguaggio morantiano con rispetto per la sua instabilità intrinseca: lavoriamo per stratificazioni anziché seguire percorsi lineari o biografici.
Rappresentazione della combattività morale
Uno degli aspetti più affascinanti dell’eredità letteraria lasciata da Elsa Morante è la sua vocazione battagliera contro ogni forma d’ingiustizia sociale o compromesso culturale. In questo spettacolo cercheremo quindi d’incarnare questa dimensione combattiva non attraverso gesti plateali ma tramite scelte artistiche consapevoli che riflettano quel conflitto interiore presente nella scrittura stessa.
La nostra intenzione è quella d’esplorare i silenzi e le tensioni interne dei personaggi creati dalla Morante; ciò richiede attenzione ai dettagli scenici affinché ogni gesto possa comunicare resistenza senza necessità d’un esplicito confronto esterno.
Un atto politico per oggi
Restituire oggi l’opera di Elsa Morante al teatro significa affrontarne i temi complessi con coraggio critico. Viviamo tempi segnati da narrazioni semplificate; pertanto, mettere in scena i suoi testi diventa anche un atto politico volto a stimolare lo spettatore verso una maggiore consapevolezza critica delle proprie percezioni ed emozioni.
L’obiettivo finale non sarà quello d’indurre identificazioni immediate o comprensioni facili nello spettatore ma piuttosto quello d’aprire spazi mentali dove possano emergere interrogativi significativi riguardo alle ambiguità umane rappresentate dall’autrice stessa.
Attraverso questo percorso creativo speriamo quindi che chi assisterà allo spettacolo possa sentire l’urgenza delle parole non dette così come quelle pronunciate dalla penna incisiva della grande autrice italiana.