Dee Wallace, l’attrice che ha interpretato Mary Taylor in “E.T. l’Extraterrestre“, ha recentemente rivelato alcuni dettagli inediti sulla produzione del film durante un episodio del podcast “Still Here Hollywood“. In particolare, ha parlato di una versione iniziale della pellicola che prevedeva elementi più audaci rispetto al prodotto finale. Queste informazioni offrono uno spaccato interessante su come la visione creativa possa evolversi nel corso della realizzazione di un film iconico.
La trama secondaria e le scelte creative
Nel suo intervento, Dee Wallace ha spiegato che esisteva una sottotrama in cui il personaggio di E.T. sviluppava una sorta di affetto romantico nei confronti della madre di Elliott, Mary Taylor. “C’era tutta una sottotrama in cui E.T. aveva una cotta amorosa per Mary”, ha dichiarato l’attrice, aggiungendo che nel montaggio finale sono rimasti solo alcuni accenni a questa dinamica.
La decisione di modificare questa parte del racconto non fu ben accolta da Wallace. Ha raccontato un episodio specifico: “C’era una scena in cui lui entrava per lasciare delle Reese’s Pieces sul mio comodino mentre io dormivo”. Tuttavia, il regista Steven Spielberg propose un’inquadratura con il lenzuolo posizionato più in basso rispetto a quanto lei si sentisse a suo agio. L’attrice si oppose fermamente: “Ho sostenuto la mia posizione: questo era un film per famiglie, per me era molto puro”.
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Dopo alcune discussioni tra Dee Wallace e Spielberg, insieme alla produttrice Kathleen Kennedy e alla sceneggiatrice Melissa Mathison, si giunse a un compromesso: “Abbiamo tirato su il lenzuolo fino alle scapole e a me stava bene così”. Questo scambio mette in luce non solo le dinamiche creative all’interno del set ma anche l’importanza dell’approccio rispettoso verso tematiche delicate quando si tratta di produzioni destinate ai più giovani.
Le intuizioni su Drew Barrymore
Durante la conversazione nel podcast, Dee Wallace ha anche condiviso alcune impressioni riguardo alla giovane Drew Barrymore, che all’epoca aveva solo sette anni durante le riprese del film. L’attrice ricorda chiaramente quel primo giorno sul set: “Sapevamo fin dal primo giorno che quella bambina sarebbe diventata produttrice e regista”.
Wallace racconta come Drew fosse già molto sicura delle sue ambizioni professionali; infatti le disse esplicitamente che desiderava sedersi sulle sue ginocchia mentre erano sul set. Questo aneddoto mette in evidenza non solo la precocità artistica della Barrymore ma anche l’atmosfera collaborativa presente tra gli attori durante la lavorazione.
Inoltre, Dee Wallace riflette sull’impatto emotivo del film sugli spettatori: “Me ne sono accorta già dal modo in cui il pubblico reagiva”. Secondo lei, “E.T.” riesce ad entrare nell’anima delle persone superando barriere emotive profonde e risvegliando sentimenti autentici.
Il successo duraturo di E.T.
Il racconto dell’attrice offre uno spunto interessante sulla natura senza tempo de “E.T.“, considerata ancora oggi come uno dei capolavori cinematografici degli anni ’80. La capacità del film di toccare corde emotive universali è stata fondamentale per il suo successo duraturo nelle generazioni successive.
Dee Wallace conclude parlando dell’eredità lasciata dalla pellicola nella cultura popolare; molti ricordano con affetto i momenti chiave della storia tra Elliott ed E.T., simbolo d’amicizia pura e innocente. Questi elementi continuano ad attrarre nuovi fan ogni anno attraverso repliche televisive o proiezioni speciali nei cinema.
Le rivelazioni fatte da Dee Wallace gettano nuova luce su aspetti meno noti della creazione de “E.T.“, confermando ancora una volta quanto sia complesso il processo creativo dietro opere cinematografiche iconiche.