Il Festival di Cannes, uno dei più prestigiosi eventi cinematografici al mondo, si apre il 13 maggio con una selezione di film che promettono emozioni forti. Tra i titoli più attesi c’è “Mission Impossible: The Final Reckoning”, l’ottavo capitolo della saga con Tom Cruise, affiancato da opere come “La Venue de l’Avenir” e altri titoli Fuori Concorso. Questa edizione si preannuncia ricca di storie avvincenti e interpretazioni straordinarie.
Mission impossible: the final reckoning
“Mission Impossible: The Final Reckoning”, diretto da Christopher McQuarrie, è senza dubbio uno dei film più attesi del festival. Con una durata di ben 169 minuti e un budget che sfiora i 400 milioni di dollari, il film rappresenta un investimento significativo per la produzione. La trama ruota attorno a Ethan Hunt , che deve affrontare una minaccia globale legata a due chiavi in grado di sbloccare un sistema avanzato di intelligenza artificiale. Questo sistema ha il potenziale per causare disastri su scala mondiale, dai sabotaggi ai circuiti bancari internazionali fino al collasso delle reti elettriche.
L’antagonista principale è Gabriel , un personaggio misterioso legato al passato di Ethan e anch’esso in cerca delle chiavi cruciali. Come tradizione della saga, il film promette acrobazie mozzafiato sia aeree che acquatiche; non mancheranno le scene ad alta tensione tipiche del franchise. Inoltre, Tom Cruise continua la sua consueta pratica di eseguire personalmente molte delle sue acrobazie spettacolari.
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La venue de l’avenir
“La Venue de l’Avenir”, diretto da Cédric Klapisch, offre una narrazione intima attraverso le vite interconnesse di alcuni cugini eredi di una vecchia casa nella Normandia rurale. Il racconto esplora la loro scoperta degli antenati attraverso oggetti dimenticati come lettere e fotografie risalenti alla Parigi del XIX secolo. In particolare emerge la figura femminile forte dell’antenata Adèle , che lasciò la Normandia all’età di vent’anni nel 1895 per cercare fortuna nella capitale francese durante un periodo tumultuoso dal punto di vista sociale ed economico.
Il film affronta temi universali come identità familiare e memoria storica attraverso gli occhi dei giovani protagonisti mentre cercano connessioni tra passato e presente in un contesto ricco d’emozione.
Vie privée
“Vie privée”, diretto da Rebecca Zlotowski con Jodie Foster nel ruolo principale insieme a Daniel Auteuil, racconta la storia complessa e toccante della psichiatra solitaria interpretata dalla Foster. Dopo il suicidio inquietante di una paziente seguita dalla decisione drammatica dell’altra paziente d’interrompere le sedute terapeutiche, la protagonista perde il suo equilibrio emotivo.
Per cercare risposte ai suoi tormenti interiori decide d’intraprendere un viaggio nell’ipnosi dove rivive esperienze passate come giovane musicista ebrea nella Parigi occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film si propone quindi non solo come dramma psicologico ma anche come riflessione sulla memoria collettiva e sull’identità culturale.
Highest 2 lowest
Spike Lee presenta “Highest 2 Lowest”, thriller ispirato al classico giapponese “High and Low” del maestro Akira Kurosawa del 1963; quest’opera è liberamente tratta dal romanzo “King’s Ransom” dello scrittore Ed McBain pubblicato nel ’59. La trama segue le vicende tumultuose di un uomo all’apice della sua carriera professionale costretto a prendere decisioni difficili quando tutto ciò su cui ha costruito rischia d’essere distrutto.
Il direttore artistico Thierry Frémaux ha descritto questo lavoro dicendo che Tokyo diventa New York mentre gli anni ’60 vengono trasposti nei giorni nostri; Denzel Washington interpreta così il ruolo originariamente creato per Toshirō Mifune portando sullo schermo tematiche familiari profonde mescolate ad elementi thriller avvincenti.
La femme la plus riche du monde
Nel lungometraggio “La femme la plus riche du monde”, Thierry Klifa dirige Isabelle Huppert nei panni della potente Marianne Farrère; donna ammirata ma anche oggetto d’invidia da parte degli altri personaggi femminili presenti nella storia. L’incontro casuale con Pierre-Alain, un affascinante scrittore parigino, cambia radicalmente dinamiche relazionali già consolidate.
Quando Marianne comincia ad effettuare ingenti donazioni finanziarie verso Pierre-Alain, la figlia osserva preoccupata questa complicità crescente tra madre ed uomo intrigante. I sospetti iniziano così a trasformarsi in ossessione rivelando lati oscuri nelle relazioni umane.
Partir un jour
Amélie Bonnin apre ufficialmente questa edizione del festival con “Partir Un Jour”, commedia drammatica centrata sulla forza evocativa dei ricordi personali. Cécile sta preparando l’apertura del suo ristorante gastronomico parigino quando riceve notizia dell’infarto subito dal padre; costretta quindi tornare nel suo villaggio natale lontano dall’agitazione metropolitana.
In questo contesto ritrova casualmente l’amore perduto dell’infanzia, riaccendendo memorie sopite mentre deve confrontarsi nuovamente col proprio passato. Le scelte future diventano sempre più complicate poiché dovrà decidere tra sogni professionali ambiziosi o legami familiari recuperati.
13 days, 13 nights
Infine Martin Bourboulon presenta “13 Days, 13 Nights”, dramma storico ambientato nell’agosto 2021 seguendo saga comandante Bida Kabul durante ritiri truppe americane. Tratto dall’omonimo romanzo, il lungometraggio immerge lo spettatore nel caos vissuto dagli afghani durante transizioni politiche instabili provocate dall’avanzamento talebano sul territorio nazionale.