Il 9 maggio 2025, il Cinema Arsenale di Pisa ospiterà un evento significativo per gli amanti del cinema d’autore e della cultura lucana: la proiezione del film “The Prince of Venusia” diretto da Silvio Giordano. L’iniziativa è organizzata dall’associazione “Lucani nel Mondo”, che si impegna a mantenere vivi i legami tra la Basilicata e i suoi cittadini residenti in Italia e all’estero.
Un film coraggioso nella produzione lucana
“The Prince of Venusia” è considerato uno dei lavori più audaci e anticonvenzionali della recente cinematografia lucana. In un periodo in cui le produzioni regionali tendevano a presentare storie rassicuranti, l’opera di Giordano emerge come una voce fuori dal coro, proponendo una rappresentazione inquietante e visionaria della Basilicata. Il film si distacca dalle narrazioni tradizionali, portando sullo schermo una realtà fatta di incubi, angosce e violenza.
La pellicola affronta temi complessi attraverso un linguaggio visivo altamente espressivo. Essa fonde elementi drammatici tipici della tragedia greca con l’intensità emotiva del madrigale. La storia ruota attorno agli ultimi giorni di vita del compositore Carlo Gesualdo da Venosa, figura chiave dell’innovazione musicale rinascimentale.
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La trama: tormento e genialità
La narrazione inizia con la tragica notizia dell’incidente mortale che coinvolge il figlio Emanuele. Da quel momento, Gesualdo rivive i momenti dolorosi della sua vita attraverso flashback inquietanti: il rapporto difficile con la madre Geronima Borromeo , la morte prematura del fratello maggiore, un matrimonio infelice con Maria d’Avalos , fino al tragico epilogo che vede l’uccisione della moglie insieme all’amante Fabrizio Carafa .
A scandire questa discesa nei ricordi sono cinque coriste che rappresentano simbolicamente elementi come croce, pugnale, rosa, corona e morte. Queste figure femminili fungono da moderne Parche narratrici delle sventure dell’eroe sconfitto.
Una visione stilistica unica
Silvio Giordano ha descritto “The Prince of Venusia” come una “graphic novel cinematografica”. Questa definizione riflette l’approccio stilistico adottato dal regista nel raccontare la storia principalmente attraverso immagini evocative piuttosto che dialoghi estesi. Questo metodo non solo enfatizza le esperienze personali di Gesualdo ma mette anche in luce la sua modernità artistica; nonostante le sue sofferenze personali ed esistenziali, ha saputo trasformare il dolore in arte pura.
Il ritorno nelle sale di questo film offre quindi non solo un tributo a uno dei grandi artisti del passato ma anche un riconoscimento al valore innovativo di un cinema capace di sfidare le convenzioni narrative consolidate.
L’appuntamento al Cinema Arsenale sarà dunque una preziosa opportunità per riscoprire quest’opera significativa che racconta una Basilicata oscura ma profondamente umana; lontana dalle storie rassicuranti spesso associate alla regione.