Il San Carlo svela la programmazione 2025/2026: ambizioni e opere da non perdere

Il Teatro di San Carlo svela la programmazione 2025/2026, puntando a diventare un faro dell’opera in Italia con tredici titoli, tra cui debutti e grandi nomi come Verdi e Puccini.
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Il Teatro di San Carlo ha presentato ieri mattina la sua programmazione per la stagione 2025/2026, con il direttore artistico facente funzioni Ilias Tzempetonidis che ha delineato le ambizioni del teatro. L’obiettivo è chiaro: diventare il punto di riferimento per l’opera in Italia e a livello internazionale. Con un programma ricco e variegato, il San Carlo si propone di competere con i grandi teatri europei, promettendo una stagione ricca di eventi imperdibili.

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Un cartellone ricco di novità

La nuova stagione include tredici titoli d’opera, tre dei quali debutteranno al San Carlo per la prima volta. Tra questi spicca “Medea” di Cherubini, che aprirà ufficialmente la stagione il 6 dicembre dopo un’anteprima dedicata agli under 30 il 3 dicembre. La regia è affidata a Mario Martone, mentre Riccardo Frizza dirigerà l’orchestra con Sondra Radvanovsky nel ruolo principale. Questo debutto rappresenta una sfida significativa data la storicità dell’opera e le aspettative legate alla sua interpretazione.

In aggiunta a “Medea“, saranno presentati anche “Alcina” di Händel in forma concertistica e “Mitridate, re di Ponto” di Mozart. Entrambi i lavori saranno diretti da Frizza, che si conferma uno dei protagonisti della stagione grazie alla sua esperienza consolidata con l’orchestra del San Carlo. La scelta del nuovo sovrintendente sarà cruciale per determinare chi prenderà le redini musicali dopo Dan Ettinger.

Grandi nomi tra Verdi e Puccini

La programmazione non trascura i classici italiani: Verdi e Puccini occupano un posto centrale nel cartellone della nuova stagione. Per quanto riguarda Verdi, oltre al già citato “Nabucco“, ci sarà anche “Falstaff“, diretto da Marco Armiliato con un cast prevalentemente italiano che promette interpretazioni emozionanti.

Puccini avrà spazio significativo con due opere iconiche: “La bohème“, diretta da Ettinger con Pretti Yende nel ruolo della protagonista Mimì; e una rivisitazione della celebre “Turandot“. Quest’ultima opera sarà guidata dal maestro Vincenzo Milletarì ed è attesa dopo il successo ottenuto nella precedente edizione stagionale.

Il coinvolgimento dei registi è notevole; sette produzioni vedranno collaborazioni internazionali sotto la direzione creativa di nomi come Davide Livermore e Damiano Michieletto. Anche Vanessa Beacroft porterà sul palco una versione semiscenica de “Partenope”, opera scritta trent’anni fa mai rappresentata fino ad ora.

Debutto sinfonico straordinario

Un evento particolarmente atteso nella proposta sinfonica è il debutto del direttore Gustavo Dudamel al San Carlo. Il maestro venezuelano guiderà un dittico concepito dalla famosa artista Marina Abramovic durante questa nuova fase musicale del teatro napoletano. Dudamel potrebbe anche essere presente nella prossima stagione operistica prevista per il 2026.

Accanto a lui ci saranno altri direttori affermati come Fabio Luisi e Michele Mariotti; insieme presenteranno concerti caratterizzati dalla presenza solista d’eccellenza come Leonidas Kavakos o Rudolf Buchbinder. A novembre Asmik Grigorian inaugurerà ufficialmente i concerti insieme a Dan Ettinger in quello che si preannuncia come uno degli eventi clou della rassegna musicale.

L’attività cameristica proseguirà nei pomeriggi dedicati ai solisti dell’orchestra sancarliana mentre si svolgerà anche la quarta edizione del festival pianistico featuring artisti rinomati come Beatrice Rana ed Helene Grimaud.

Collaborazioni future

Tra gli obiettivi futuri c’è l’intenzione di sviluppare collaborazioni tra l’Accademia della Scala e quella del San Carlo; questo potrebbe portare a coproduzioni significative tra le due istituzioni culturali italiane più prestigiose nel campo dell’opera lirica.

Inoltre oggi pomeriggio l’Orchestra del Teatro suonerà al Quirinale in occasione delle celebrazioni per la festa della Repubblica Italiana; questo evento sottolinea ulteriormente l’importanza culturale dell’istituzione teatrale napoletana sul palcoscenico nazionale.

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