“Arrival“, il film diretto da Denis Villeneuve e uscito nel 2016, è molto più di una semplice pellicola di fantascienza. Ispirato al racconto “Storie della tua vita” di Ted Chiang, affronta temi complessi come la comunicazione, l’etica e la filosofia. In questo articolo esploreremo il finale del film e i messaggi che si celano dietro alla storia.
La trama principale
La storia ruota attorno alla dottoressa Louise Banks, interpretata da Amy Adams, una linguista chiamata dall’esercito statunitense per decifrare il linguaggio degli alieni noti come eptapodi. Queste creature giungono sulla Terra con dodici navi spaziali sparse in diverse località del pianeta. Louise collabora con Ian Donnelly , un fisico teorico che cerca di comprendere le basi matematiche della lingua aliena. Mentre lavorano insieme per stabilire un canale comunicativo con gli extraterrestri, il film alterna momenti di tensione geopolitica a flashback della vita personale della protagonista.
Il contesto globale è teso: diversi governi stanno considerando azioni militari contro gli alieni per paura delle loro intenzioni. Questo clima crea una forte paranoia tra i personaggi coinvolti nella missione. La narrazione non segue un ordine cronologico lineare; invece, si intrecciano eventi passati e presenti che culminano in rivelazioni sorprendenti sul significato del tempo e sulla natura delle relazioni umane.
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Le esperienze personali della protagonista
Uno degli aspetti più toccanti del film è la rappresentazione delle esperienze personali di Louise Banks attraverso flashback emotivi che mostrano momenti chiave della sua vita futura. In particolare, viene esplorata la sua relazione con Ian Donnelly e la nascita della loro figlia Hannah. Tuttavia, questa gioia familiare è offuscata dalla tragedia: Hannah morirà giovane a causa di una malattia rara.
Questi eventi sono cruciali per comprendere le scelte future di Louise quando interagisce con gli alieni. Gli eptapodi non solo cercano aiuto nella comunicazione ma anche nell’insegnare agli esseri umani a vedere oltre le limitazioni temporali tradizionali; vogliono mostrare come ogni momento sia interconnesso nel grande schema dell’esistenza umana.
Il messaggio degli eptapodi
Gli alieni rappresentano un’opportunità unica per l’umanità: quella di apprendere nuovi modi d’interagire attraverso il linguaggio non lineare degli stessi extraterrestri. Gli eptapodi possiedono una visione temporale differente rispetto agli esseri umani; vedono passato, presente e futuro simultaneamente anziché linearmente come noi facciamo normalmente.
Questo dono permette a Louise non solo di percepire eventi futuri ma anche d’imparare ad accettarli senza paura o resistenza; essa comprende così l’importanza delle relazioni umane basate sulla cooperazione piuttosto che sul conflitto o sull’egoismo individuale tipico dei tempi moderni.
Tuttavia, mentre alcuni personaggi riescono ad abbracciare questi insegnamenti positivi proposti dagli alieni, altri rimangono intrappolati nelle loro paure ancestrali portando avanti politiche aggressive nei confronti dell’ignoto.
Conclusione naturale dell’opera
Il finale del film “Arrival” offre uno spaccato profondo sulle scelte inevitabili che ognuno deve affrontare nella propria vita: scegliere tra amore ed esperienza dolorosa oppure rifugiarsi nell’ignoranza o nel timore verso ciò che non conosciamo ancora bene? Attraverso questo viaggio emotivo ed intellettuale guidato dalla straordinaria visione artistica sia dello sceneggiatore Ted Chiang sia dal regista Denis Villeneuve, emerge chiaramente quanto possa essere potente la comunicazione – sebbene complessa – nel costruire ponti tra culture diverse ed esperienze individualistiche.