La questione legata alla costruzione del nuovo stadio della AS Roma si complica ulteriormente. Recentemente, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto l’istanza cautelare presentata da alcuni cittadini contrari all’intervento. Questo ha aperto la strada al taglio di 26 alberi necessari per i sondaggi archeologici nell’area di Pietralata, dove è previsto il progetto. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti tra i residenti e le autorità locali.
La decisione del TAR
Il TAR del Lazio ha dichiarato non fondata l’istanza cautelare avanzata dai cittadini che si oppongono alla realizzazione dello stadio. Questa istanza mirava a fermare temporaneamente il progetto, in particolare il taglio degli alberi richiesto per eseguire i sondaggi archeologici preliminari. I 26 alberi interessati appartengono a diverse specie e non fanno parte dell’area boschiva segnalata dal comitato “No stadio”, su cui è stato chiesto un intervento specifico da parte delle autorità comunali.
L’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia ha confermato che la richiesta dei cittadini era stata rigettata, permettendo così di proseguire con le operazioni necessarie per garantire la sicurezza e la legalità degli scavi previsti nel progetto dello stadio. È importante sottolineare che gli alberi oggetto dell’abbattimento si trovano in una zona distinta rispetto a quella contestata dai comitati ambientalisti.
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Il braccio di ferro legale
La battaglia legale attorno al progetto dello stadio della AS Roma continua a infittirsi con vari ricorsi presentati nel corso dei mesi passati. L’assessore Veloccia ha spiegato che la domanda cautelare respinta non deve essere confusa con una sospensiva; essa serve infatti come misura provvisoria per proteggere beni ritenuti vulnerabili prima della sentenza finale su questioni più ampie riguardanti l’opera pubblica.
Questa azione legale rientra in un contesto più ampio di opposizione al progetto, avviato dopo l’approvazione della delibera sul pubblico interesse da parte dell’amministrazione capitolina. I gruppi contrari hanno espresso preoccupazioni riguardo agli impatti ambientali e sociali derivanti dalla costruzione dello stadio, alimentando un acceso dibattito pubblico sulla questione.
Gli alberi tagliati e il presunto bosco
I lavori di abbattimento degli alberi erano iniziati lo scorso 19 maggio, poco dopo aver delimitato ufficialmente l’area destinata agli scavi archeologici. Questa operazione aveva già sollevato proteste tra i residenti locali e diversi gruppi politici come l’Arci e membri del Movimento 5 Stelle . Nonostante le contestazioni ricevute, il Campidoglio aveva ribadito che tali interventi erano stati autorizzati secondo le normative vigenti.
Inoltre, era stato chiarito che gli abbattimenti non coinvolgevano una superficie superiore ad un ettaro e mezzo dove potrebbe trovarsi un bosco urbano protetto dalla legge italiana sulle aree verdi urbane. Anche se questi dettagli sono stati forniti dall’amministrazione comunale nella fase iniziale delle operazioni, rimangono dubbi sull’effettivo rispetto delle normative ambientali durante tutto lo sviluppo del progetto.
La soddisfazione del Campidoglio
Dopo la decisione favorevole da parte del TAR, Veloccia ha espresso soddisfazione sottolineando questa vittoria come ulteriore prova dell’efficacia delle azioni intraprese dall’amministrazione capitolina riguardo ai procedimenti relativi allo stadio della Roma. Ha affermato che ogni tentativo di sospendere o mettere in discussione le attività previste è stato vanificato dalle recentissime pronunce giudiziarie.
Il lavoro prosegue quindi senza ostacoli apparenti; tuttavia resta alta l’attenzione pubblica verso questo tema delicatissimo dal punto di vista ambientale ed urbanistico nella capitale italiana. Le prossime settimane saranno cruciali sia per comprendere come evolverà questa situazione sia per monitorare eventuali nuovi sviluppi nelle opposizioni giuridiche contro questo ambizioso progetto sportivo.