Un grave incidente stradale avvenuto a Monte Roberto nel settembre 2021 ha portato alla condanna di un motociclista, accusato di aver causato la paralisi di un giovane. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Ancona e rappresenta l’esito di una lunga e complessa vicenda legale.
L’incidente e le conseguenze per la vittima
Il 30 settembre 2021, un giovane romeno, allora venticinquenne, stava percorrendo in scooter una strada a Monte Roberto quando è stato urtato da una moto Suzuki. Il conducente della moto non si è fermato per prestare soccorso e ha proseguito la sua corsa. A causa dell’impatto, il giovane è caduto in un fossato dove è rimasto intrappolato per diverse ore prima che qualcuno lo notasse e allertasse i soccorsi. Le ferite riportate sono state così gravi da causargli la paralisi dalla vita in giù.
La vittima ha dovuto affrontare non solo le conseguenze fisiche dell’incidente ma anche il lungo percorso burocratico necessario per ottenere giustizia. Solo dopo sette mesi dall’incidente, grazie a una lettera anonima che rivelava l’identità del motociclista coinvolto, il giovane ha potuto denunciare l’accaduto ai carabinieri.
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La condanna del responsabile
Il tribunale di Ancona ha recentemente emesso una sentenza nei confronti del motociclista ucraino di 35 anni residente a Jesi. La giudice Maria Elena Cola lo ha condannato a otto mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale pari a diecimila euro alla vittima. Durante il processo, l’imputato si era difeso sostenendo che non si era accorto della gravità della situazione al momento dell’incidente; secondo lui avrebbe solo urtato leggermente lo scooter.
Le indagini hanno evidenziato come l’alta velocità fosse uno dei fattori determinanti nell’accadimento dell’incidente. Tuttavia, la fuga del motociclista non è stata considerata reato dalla giudice poiché non ci sarebbero stati elementi sufficienti per dimostrare tale accusa.
Il contesto personale dell’imputato
Nel corso degli eventi successivi all’incidente, il motociclista ucraino si era arruolato nell’esercito ed era tornato nel suo paese d’origine per combattere nella guerra in Ucraina. Durante questo periodo avrebbe subito delle ferite ed attualmente risulta essere in convalescenza.
In concomitanza con le indagini avviate dai carabinieri su richiesta della vittima dopo aver ricevuto la lettera anonima, anche lui aveva deciso di presentarsi presso i militari dichiarando i suoi dubbi riguardo al suo coinvolgimento nell’incidente stradale avvenuto diversi mesi prima.
Questa vicenda mette in luce le difficoltà legali affrontate dalle vittime degli incidenti stradali e sottolinea quanto sia importante garantire giustizia anche nei casi più complessi dove ci sono ritardi significativi nel rintracciare i responsabili delle azioni dannose.