Isaiah Collier e il suo quartetto The Chosen Few incantano Pisa con un jazz di forte impatto sociale

Isaiah Collier ha incantato il pubblico al Pisa Jazz Rebirth, esplorando il jazz come linguaggio universale e affrontando temi socio-politici attraverso la sua musica innovativa e profondamente espressiva.
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Il concerto del sassofonista Isaiah Collier, tenutosi l’8 luglio al Giardino Scotto di Pisa, ha rappresentato uno dei momenti salienti del festival Pisa Jazz Rebirth. Per la prima volta in Italia alla guida del quartetto The Chosen Few, Collier ha offerto una performance che ha suscitato riflessioni profonde sul ruolo del jazz come linguaggio universale. Sotto la direzione artistica di Francesco Mariotti, l’edizione di quest’anno si è focalizzata sull’integrazione delle diverse influenze musicali nel panorama contemporaneo.

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Il legame con la tradizione jazzistica

Nativo di Chicago e classe 1995, Isaiah Collier si presenta come un continuatore della ricca tradizione jazzistica afroamericana degli anni Sessanta. La sua musica non si limita a riprendere il free jazz o le sperimentazioni dell’AACM , ma esplora piuttosto una transizione da forme modali a espressioni più informali. Questo approccio è chiaramente ispirato dal lavoro di John Coltrane, in particolare dal periodo tra il 1964 e il 1967.

Durante il concerto pisano, i primi due brani eseguiti sono stati tratti dall’album «The World Is On Fire», che costituisce gran parte del repertorio presentato. Le composizioni mostrano strutture modali essenziali arricchite da armonie complesse e arpeggi evocativi della pianista Liya Grigoryan. La contrabbassista Emma Dayhuff contribuisce con linee melodiche solide mentre le percussioni aggiungono un tocco ancestrale al suono complessivo.

Collier stesso si distingue come tenorista formidabile: le sue improvvisazioni richiamano lo stile definito “sheets of sound” dal critico Ira Gitler per descrivere Coltrane. Con una forte urgenza espressiva, l’artista intreccia fraseggi intricati che rivelano influenze da altri grandi interpreti come Archie Shepp e Pharoah Sanders. Tuttavia, questo impulso creativo talvolta tende a sovrastare gli interventi delle sue compagne musiciste.

Messaggi socio-politici nella musica

Isaiah Collier utilizza la sua musica anche come veicolo per trasmettere messaggi socio-politici significativi. Durante il concerto ha fatto riferimento esplicito alle ingiustizie sociali negli Stati Uniti: dalla discriminazione razziale simbolizzata dalla figura di George Floyd alle politiche divisive dell’ex presidente Donald Trump. L’opera “America The Ugly” rappresenta un chiaro esempio della sua critica sociale; concepita in opposizione all’inno patriottico “America The Beautiful”, essa riadatta temi notoriamente riconoscibili per affrontare questioni attuali.

La composizione include elementi blues ed è arricchita dalle sonorità liriche prodotte da piano e contrabbasso; non mancano citazioni iconiche come quella dall’inno “Someday My Prince Will Come”. Questi riferimenti musicali servono a sottolineare quanto sia profondo il legame tra passato e presente nella visione artistica di Collier & The Chosen Few.

Il quintetto Giraffe apre la serata

Ad aprire la serata c’è stato anche un altro gruppo degno di nota: il quintetto Giraffe diretto dal trombonista Matteo Paggi, già noto per aver collaborato con Enrico Rava nei Fearless Five. Durante questa performance sono state presentate composizioni originali scritte dallo stesso Paggi caratterizzate da costruzioni modulari complesse ed interruzioni ritmiche frequenti.

Il trio ritmico composto da Vittorio Solimene al piano, Andrea Grossi al contrabbasso e Andrea Carta alla batteria crea una base solida su cui Paggi interagisce efficacemente con Lorenzo Simoni al sax alto; insieme riescono a dare vita ad impasti timbrici interessanti attraverso controcanti ben orchestrati. Le loro esecuzioni mettono in evidenza melodie luminose accompagnate da dinamiche curate nei dettagli ma trovano maggiore intensità nei passaggi più informali dove emergono crescendi collettivi carichi d’emozione.

Pisa Jazz Rebirth continua quindi ad essere una piattaforma importante per artisti emergenti nel panorama musicale italiano ed internazionale offrendo opportunità preziose ai talentuosi musicisti contemporanei.