Javier Pastore, ex calciatore argentino, ha vissuto una carriera ricca di emozioni e successi. Oggi a 36 anni, vive a Madrid dove si sta preparando per una nuova avventura nel mondo del calcio come dirigente. La sua storia è legata indissolubilmente a Palermo, città in cui ha iniziato la sua carriera europea e dove ha conosciuto Chiara, sua moglie. In questo articolo esploreremo i momenti salienti della vita di Pastore, le sue esperienze nei club più importanti d’Europa e le sue attuali aspirazioni.
Le radici palermitane
Palermo occupa un posto speciale nel cuore di Javier Pastore. Qui è iniziata la sua avventura nel calcio europeo dopo il trasferimento dal Huracán in Argentina. La scelta del club siciliano non è stata casuale; Chiara è originaria di Palermo e questo legame personale ha influenzato profondamente il suo affetto per la squadra rosanero. “Seguo sempre il Palermo,” afferma con orgoglio l’ex giocatore che spera di vederli tornare presto in Serie A dopo un periodo difficile.
Pastore ricorda con nostalgia i suoi anni trascorsi al Palermo: “Mi aspettavo qualcosa in più dai playoff,” dice riferendosi alla recente stagione della squadra. Nonostante le difficoltà affrontate dal club negli ultimi anni, rimane un sostenitore appassionato dei colori rosanero.
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L’esperienza parigina
Il trasferimento al Paris Saint-Germain nel 2011 rappresenta uno dei momenti chiave della carriera di Pastore. Con un cartellino da 43 milioni di euro, diventò uno dei primi acquisti significativi del nuovo progetto ambizioso del PSG sotto la proprietà qatariota. “Non mi sono mai pentito della mia scelta,” racconta mentre riflette sulla decisione che lo portò a rifiutare offerte da Roma, Chelsea e Barcellona.
La vittoria della Champions League da parte del PSG lo scorso maggio ha riacceso i ricordi delle sue esperienze parigine: “È stato un onore partecipare alla cerimonia.” Durante l’evento finale tenutosi a Monaco, Pastore ha avuto l’opportunità unica di portare la coppa sul campo prima dell’incontro insieme all’ex compagno Javier Zanetti.
Il futuro come dirigente
Oggi Javier vive a Madrid dove si sta preparando per una nuova fase nella sua vita professionale dedicandosi allo studio per diventare dirigente sportivo. Sebbene non si veda ancora come allenatore – “il calcio era e resta il primo amore” – mostra grande entusiasmo verso questa nuova avventura lontano dal campo da gioco attivo.
Recentemente è stato anche coinvolto nell’EA7 World Legends Padel Tour a Madrid; tuttavia chiarisce che non intende cambiare sport seriamente ma piuttosto divertirsi con amici praticando paddle quando può.
Riflessioni sul presente calcistico italiano
Parlando dell’attuale situazione calcistica italiana ed esprimendo opinioni su allenatori come Gian Piero Gasperini alla Roma o Simone Inzaghi all’Inter, Pastore dimostra una conoscenza approfondita del panorama calcistico nazionale. Sottolinea quanto sia importante credere nelle idee degli allenatori per ottenere risultati positivi: “Luis Enrique sa arrivare ai giocatori,” afferma riguardo all’ex tecnico del PSG ora sulla panchina spagnola.
Riguardo all’Inter vista nella finale contro il PSG commenta: “Non mi aspettavo una vittoria così netta.” Per lui ogni partita porta con sé emozioni diverse ed esperienze significative che arricchiscono ulteriormente la propria visione sul gioco.
I riconoscimenti individuali
Infine toccando temi legati ai premi individuali come il Pallone d’Oro o le prestazioni dei colleghi calciatori contemporanei quali Dembélé o Donnarumma, offre spunti interessanti sulle dinamiche attuali dello sport professionistico: “Donnarumma fa veramente la differenza,” dice evidenziando quanto sia fondamentale avere un buon portiere in squadra per raggiungere traguardi importanti.
Javier Pastore continua ad essere una figura significativa nel mondo del calcio anche se ora lontano dai riflettori principali; attraverso i suoi studi e progetti futuri mira ad influenzare positivamente le nuove generazioni nello sport che ama profondamente.