La famiglia Einaudi ha avuto un ruolo significativo nella storia italiana, non solo per il contributo politico del primo presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ma anche per l’impatto culturale che i suoi membri hanno avuto nel panorama musicale contemporaneo. Il compositore Ludovico Einaudi racconta la sua esperienza personale e professionale, rivelando come il suo background familiare abbia influenzato la sua carriera artistica.
Un’infanzia tra musica e cultura
Ludovico Einaudi ricorda con affetto le sue origini familiari. Cresciuto in una casa dove la musica era parte integrante della vita quotidiana, ha trovato nella pianoforte di sua madre una via di fuga creativa. Le riunioni serali organizzate dal padre presso la casa editrice erano frequentate da scrittori illustri come Italo Calvino ed Elsa Morante. Questi incontri hanno arricchito il suo ambiente culturale fin dalla giovane età.
Essere parte di una famiglia così influente non è stato sempre facile per Ludovico. Da piccolo si sentiva sotto pressione nel trovare la propria strada professionale. Nonostante avesse considerato l’idea di diventare editore o scrittore, ha scelto di seguire il richiamo della musica. A 17 anni ha iniziato a lavorare nell’archivio della casa editrice del padre ma si è reso conto che il mondo del management non faceva per lui; desiderava esplorare le sue inclinazioni artistiche attraverso la musica.
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L’incontro con Luciano Berio e l’avvio alla composizione
Dopo aver iniziato gli studi al conservatorio di Torino, Ludovico si trasferisce a Milano dove incontra Luciano Berio, uno dei più importanti compositori dell’avanguardia musicale italiana. Questo incontro segna un punto cruciale nella sua formazione artistica: Berio lo introduce all’orchestrazione e alla trascrizione musicale ispirata da elementi esterni come libri o suoni naturali.
Ludovico rivela che sin dall’inizio ha cercato un approccio creativo alla musica; non voleva limitarsi a eseguire opere classiche ma desiderava comporre qualcosa che rispecchiasse le sue emozioni personali e le esperienze vissute. Ha esplorato vari generi musicali prima di trovare quello più affine al suo stile: una fusione tra elementi classici e sonorità popolari.
La creazione durante la pandemia
Durante i mesi difficili del lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19, Ludovico si ritrova in Engadina con tempo libero a disposizione per riflettere sulla propria arte. Qui compone “Underwater”, un album nato dalla libertà creativa concessagli dall’isolamento forzato. Senza impegni esterni né pressioni commerciali, riesce ad abbandonarsi completamente all’ispirazione quotidiana.
Racconta che ogni giorno cercava nuove idee da mettere su carta o registrare al pianoforte; questo processo creativo diventa quasi terapeutico in quel periodo incerto della sua vita. Le idee musicali nascevano spontaneamente mentre sperimentava senza vincoli predefiniti.
L’evoluzione stilistica e l’identità musicale
Ludovico descrive il proprio stile come “neoclassica”, pur riconoscendo che le etichette possono risultare limitanti rispetto alla complessità delle sue influenze musicali diverse: Bach incontra i Beatles passando attraverso tradizioni folk e jazz americane. Questa varietà permette ai suoi brani di toccare corde emotive universali rendendoli accessibili a tutte le generazioni.
Nonostante abbia inciso numerosi album ed effettuato concerti in tutto il mondo – circa cento all’anno – mantiene sempre viva l’attenzione verso ciò che lo circonda senza mai dimenticare le proprie radici familiari legate al mondo editoriale italiano.
Un messaggio universale attraverso la musica
Einaudi sottolinea come la sua musica sia destinata a tutti: giovani e meno giovani trovano nei suoi concerti spunti emotivi comuni grazie alle melodie evocative create dal pianoforte piuttosto che dalla voce umana diretta. Pur avendo opinioni personali sulla politica mondiale – testimoniata anche dal progetto realizzato con Greenpeace nel 2016 – preferisce mantenere separate queste convinzioni dalla propria arte musicale. La magia delle note continua ad attrarre pubblico variegati dimostrando così quanto possa essere potente un linguaggio capace d’unire culture diverse attraverso emozioni condivise.