La Lega e il dibattito sul terzo mandato: tensioni tra governatori e governo

La Lega spinge per il terzo mandato dei governatori regionali, mentre la giunta friulana affronta una crisi politica. Incontro cruciale tra Fedriga e Meloni per risolvere la situazione.
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La Lega, in particolare i suoi esponenti del nord Italia, continua a spingere per la possibilità di un terzo mandato per i governatori regionali. Oggi, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, si prepara a un incontro cruciale con la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Questo incontro arriva in un momento delicato per la giunta regionale friulana, attualmente bloccata dopo il ritiro delle deleghe da parte degli assessori della Lega e di Forza Italia. Le opposizioni hanno già sollevato proteste chiedendo chiarimenti in Consiglio.

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La crisi della giunta friulana

Massimiliano Fedriga ha annullato tutti gli impegni istituzionali mentre cerca di risolvere la crisi che ha colpito la sua giunta. Da domenica scorsa, le deleghe sono state ritirate dagli assessori leghisti e forzisti, creando una situazione di stallo politico che preoccupa non solo gli alleati ma anche l’opinione pubblica. In questo contesto difficile si parla già di possibili rimpasti all’interno della giunta piuttosto che dell’ipotesi di una sfiducia formale nei confronti dello stesso Fedriga.

In serata è emersa anche un’altra notizia: Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, ha firmato un decreto per redistribuire le competenze tra gli assessori locali e ha revocato le deleghe alla sua vice Francesca Gerosa . Questa mossa potrebbe essere vista come una risposta diretta alla crescente pressione politica all’interno delle regioni settentrionali.

Il nodo del terzo mandato

La questione del terzo mandato è al centro delle discussioni interne alla Lega. I sostenitori come Fedriga e Fugatti ritengono che sia fondamentale poter continuare a governare senza interruzioni nelle loro regioni storiche come Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Tuttavia, il governo centrale sembra poco propenso ad accettare deroghe sulla legge vigente sui mandati regionali.

Il dibattito si complica ulteriormente quando si considera l’importanza strategica del Veneto nella prossima tornata elettorale autunnale. Luca Zaia è attualmente presidente della regione veneta ed è visto come una figura chiave per mantenere il controllo sulla regione da parte della Lega. Se non ci sarà un candidato leghista forte alle prossime elezioni venete potrebbe esserci spazio per candidati provenienti da Fratelli d’Italia o altre forze politiche concorrenti.

Attilio Fontana, governatore lombardo ed esponente importante della Lega nel nord Italia, ha dichiarato apertamente che prenderebbe in considerazione l’idea di candidarsi nuovamente se ci fosse l’opportunità offerta dal terzo mandato.

Le posizioni degli alleati

Matteo Salvini mantiene una posizione cauta riguardo al tema dei mandati regionali durante i suoi impegni ufficiali come ministro delle Infrastrutture. Ha affermato che sarebbe contento se il centrodestra decidesse di supportare questa richiesta, ma sottolineando anche quanto siano numerosi i temi su cui sta lavorando attualmente.

Dall’altra parte dello schieramento politico Forza Italia sembra aver chiuso definitivamente ogni porta su questo argomento; Raffaele Nevi ha ribadito che non ci saranno cambiamenti rispetto alla posizione assunta dal partito riguardo ai limiti sui mandati regionali stabiliti dalla legge vigente.

Anche Fratelli d’Italia appare divisa sull’argomento; mentre alcuni membri sembrano aperti a discutere modifiche legislative sul tema dei mandati, specialmente in vista dell’imminente decisione da parte della Corte Costituzionale prevista nei prossimi mesi.

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