La musicoterapia all’ospedale di Cuneo: un progetto per il benessere dei neonati prematuri

L’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo avvia un progetto di musicoterapia per neonati in Terapia Intensiva Neonatale, migliorando benessere e parametri vitali attraverso sessioni musicali con esperti.
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Nell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, è stato avviato un innovativo progetto di musicoterapia dedicato ai neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. Grazie alla presenza di una musicista e di una cantante soprano, i piccoli pazienti possono beneficiare di sessioni musicali che hanno dimostrato effetti positivi sui parametri vitali e sul benessere generale. Questa iniziativa non solo mira a migliorare la salute dei bambini nati pretermine, ma anche a rafforzare il legame con i genitori.

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Un’iniziativa che fa la differenza

Il progetto “Incantiamo il reparto” è stato lanciato recentemente nella Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale cuneese. Andrea Sannia, direttore della struttura, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Grazie alla Fondazione dell’Ospedale di Cuneo è partito un progetto estremamente interessante poiché favorisce non solo il benessere, ma anche lo sviluppo cerebrale dei neonati prematuri.” Ogni settimana due musicoterapeute specializzate si recano nel reparto per offrire stimolazioni sonore positive ai piccoli pazienti.

La musica viene utilizzata come strumento terapeutico per migliorare la qualità della vita dei bambini ricoverati. Le sessioni sono progettate per fornire una stimolazione sensoriale che possa contribuire al loro sviluppo neurologico e al rafforzamento del legame affettivo con i genitori.

I benefici scientificamente provati della musicoterapia

Numerosi studi condotti negli ultimi vent’anni hanno evidenziato come la musicoterapia rappresenti un valido supporto per i bimbi nati pretermine. La musica ha dimostrato effetti immediati sui parametri vitali: frequenza cardiaca e respiratoria si stabilizzano più facilmente quando esposti a suoni armoniosi; inoltre, si osserva un incremento nella saturazione dell’ossigeno e una diminuzione dello stress e del pianto nei neonati.

Questi cambiamenti positivi nei parametri vitali possono avere ripercussioni significative sulla crescita ponderale dei piccoli pazienti, riducendo così anche i tempi necessari per le dimissioni dall’ospedale. Non solo: l’esposizione a stimoli sonori adeguati favorisce lo sviluppo delle aree cerebrali coinvolte nella percezione sensoriale e nella regolazione delle emozioni.

Arpa e voce: strumenti terapeutici in azione

Il metodo utilizzato nel reparto prende il nome di Harp Care ed è concepito come una vera terapia musicale. Durante le sedute, Valentina Meinero suona un’arpa celtica accordata a 432 Hz; questo tipo particolare di musica contribuisce al rilassamento dei bambini. Inizialmente resta ferma in un punto del reparto prima di avvicinarsi alle cullette con un’arpa più piccola dedicando brani dolci ai piccoli pazienti.

Accanto all’arpa c’è Chiara Albanese che utilizza la sua voce come strumento complementare alla musica strumentale. Attraverso vocalizzi delicati ed espressione cantata riesce a stimolare attività cerebrali importanti collegate alle emozioni, alla memoria e all’apprendimento nei neonatini.

Questa immersione sonora offre sollievo dai rumori forti tipici degli ospedali che possono risultare opprimenti per i bimbi prematuri ancora vulnerabili agli stimoli esterni.

Il ruolo fondamentale dei genitori

La nascita pretermine rappresenta spesso uno shock sia fisico sia emotivo sia per il bambino sia per i genitori; questi ultimi vivono momenti carichi d’ansia dovuti alla separazione dal proprio piccolo appena nato. Secondo gli esperti coinvolti nel progetto, la musicoterapia non solo giova ai bambini ma risulta benefica anche per le mamme e papà.

I genitori vengono attivamente coinvolti nelle sedute musicali dove imparano quali suoni possano aiutare il loro bambino durante le terapie successive in autonomia. Durante queste sessioni sono incoraggiati ad utilizzare la propria voce attraverso canzoni o semplicemente parlando con i loro figli mentre sperimentano diversi strumenti musicali come maracas o tamburelli.

Questo approccio permette ai genitori non soltanto d’instaurare relazioni più profonde con i propri figli ma offre anche uno spazio sicuro dove poter esprimere le proprie emozioni riguardo l’esperienza della nascita prematura attraverso suoni ed interazioni dirette.

Prospettive future del progetto

Il programma musicale proseguirà nei prossimi mesi grazie al sostegno della Fondazione Ospedale Santa Croce e Carle Cuneo ed è previsto un ampliamento verso altri reparti quali Pediatria o Neuropsichiatria infantile in futuro secondo quanto dichiarato da Massimo Silumbra, direttore della Fondazione stessa: “Rientra nelle nostra finalità adoperarci per migliorare processii cura alternativii.”

L’obiettivo finale rimane quello d’integrare sempre più pratiche innovative nell’assistenza sanitaria pediatrica affinché ogni piccolo paziente possa ricevere cure complete sotto tutti gli aspetti.