Il confronto tra il numero di stelle presenti nell’universo e i granelli di sabbia sulla Terra ha affascinato scienziati e appassionati per decenni. Carl Sagan, noto astronomo, affermò che ci sono più stelle nel cielo che granelli di sabbia sulle spiagge del nostro pianeta. Recenti studi hanno cercato di verificare questa affermazione attraverso calcoli dettagliati, rivelando risultati sorprendenti.
Il metodo del confronto
Un astronomo ha intrapreso un progetto ambizioso per confrontare il numero dei granelli di sabbia con quello delle stelle. Inizialmente, ha misurato quanti granelli ci sono in un centimetro cubo di sabbia. Successivamente, ha moltiplicato questo dato per la superficie totale delle spiagge del mondo. I numeri ottenuti sono stati poi messi a confronto con le stime sul numero delle stelle nell’universo osservabile.
Le cifre risultanti si sono rivelate straordinariamente simili. Tuttavia, se si considerano anche altre fonti di sabbia come i deserti e i fondali oceanici, il conteggio dei granelli supera quello delle stelle conosciute fino ad ora. Questo porta a una riflessione interessante: ogni volta che camminiamo su una spiaggia o su una duna deserta, potremmo essere letteralmente sopra un mare infinito non solo di grani ma anche simbolicamente sopra un mare di stelle.
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L’espansione dell’universo
L’universo è in continua espansione; questo fenomeno è stato dimostrato da Edwin Hubble nei primi anni ’20 del secolo scorso. Le galassie si allontanano dal nostro punto d’osservazione a causa dell’espansione dello spazio stesso. Se l’universo non fosse in espansione, la sua dimensione massima sarebbe limitata a circa 13,8 miliardi di anni luce: questa misura rappresenta la distanza percorsa dalla luce dal Big Bang fino ad oggi.
Tuttavia, poiché l’universo continua ad espandersi dopo quel momento iniziale, la distanza effettiva dell’orizzonte osservabile è molto maggiore rispetto ai 13 miliardi citati inizialmente; attualmente gli scienziati stimano che possa arrivare fino a circa 46 miliardi anni luce grazie all’espansione dello spazio stesso nel tempo trascorso dall’origine dell’universo.
Un universo ricco e vastissimo
Secondo le ultime stime basate sui dati raccolti dal satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea , l’universo potrebbe contenere circa 7×10^22 stelle distribuite in circa 2×10^12 galassie diverse. Queste galassie formano gruppi complessi noti come ammassi e superammassi galattici; tuttavia alcuni esperti avvertono che il numero reale potrebbe essere sottostimato.
Per comprendere meglio queste enormità cosmiche è utile sapere cosa rappresenta un anno luce: essa indica la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un anno alla velocità impressionante di circa 300 mila chilometri al secondo — equivalenti a quasi 9 trilioni e mezzo chilometri all’anno.
Questi dati offrono uno sguardo sull’immensità dell’universo conosciuto ma lasciano aperta la questione su quanto ancora rimanga da esplorare oltre ciò che possiamo osservare attualmente.