I lavoratori precari dei teatri milanesi, in particolare quelli della Fondazione della Scala e dei laboratori Ansaldo, hanno manifestato oggi per chiedere maggiore stabilità lavorativa. La protesta è avvenuta mentre si svolgeva una riunione del Consiglio d’amministrazione della Fondazione, che ha nominato il nuovo direttore musicale Myung-Whun Chung. I manifestanti, organizzati dal sindacato Cub, hanno esposto le loro richieste di assunzioni stabili e migliori condizioni di lavoro.
La protesta davanti alla Scala
Un gruppo di lavoratori ha preso posizione all’esterno dell’ingresso degli artisti della Scala, indossando abiti neri e maschere bianche. Inizialmente erano una decina, ma la loro presenza rappresentava un numero ben più ampio di persone colpite dalla precarietà nel settore culturale. Tra i manifestanti c’erano sartine, parrucchieri, calzolai e attrezzisti che da anni operano con contratti intermittenti o a tempo determinato.
Il sindacato Cub ha sottolineato come oltre 250 professionisti siano coinvolti in questa situazione di instabilità lavorativa. Questi lavoratori vivono quotidianamente l’incertezza economica legata a contratti non continuativi che non garantiscono diritti fondamentali come malattia o accesso a mutui per l’acquisto della casa.
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Le testimonianze dei precari
Durante la manifestazione sono emerse diverse testimonianze significative da parte dei partecipanti. Una delle sarte presenti ha raccontato la sua esperienza: “Ho un contratto serale a chiamata da otto anni. È una dicitura che nasconde la continuità.” Questa affermazione mette in luce il problema delle etichette contrattuali utilizzate nel settore culturale per giustificare situazioni di lavoro instabili.
Molti dei presenti hanno evidenziato come le loro mansioni siano essenziali per il funzionamento del teatro ma non vengano adeguatamente riconosciute né compensate. Le condizioni attuali costringono i lavoratori ad affrontare difficoltà economiche significative senza alcuna garanzia sul futuro.
Il contesto culturale milanese
La situazione dei precari nei teatri milanesi riflette un problema più ampio presente nel mondo dello spettacolo italiano ed europeo. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento significativo del lavoro atipico nei settori creativi e culturali, spesso caratterizzato da scarse tutele sociali e diritti limitati per i professionisti coinvolti.
La Fondazione della Scala rappresenta uno degli enti più prestigiosi del panorama culturale italiano; tuttavia, anche qui emergono criticità legate alla gestione delle risorse umane nel rispetto delle normative vigenti sul lavoro. La richiesta di stabilità avanzata dai manifestanti si inserisce quindi in un dibattito più ampio sulla necessità di riforme strutturali capaci di garantire diritti ai lavoratori dello spettacolo.
L’attenzione verso queste problematiche potrebbe influenzare le decisioni future sia all’interno dell’ente sia nella legislatura italiana riguardo al sostegno alle categorie professionali artistiche sempre più vulnerabili.