Le madri nei film: dieci esempi di maternità complicata da ricordare

L’articolo analizza dieci madri complesse e problematiche nel cinema, evidenziando come queste figure sfidino l’ideale materno attraverso dinamiche familiari tossiche e comportamenti distruttivi.
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La Festa della Mamma è un momento dedicato a celebrare le figure materne, spesso idealizzate come simboli di amore e dedizione. Tuttavia, la realtà della maternità può essere complessa e sfumata. Diverse opere cinematografiche hanno rappresentato madri che si distaccano dall’ideale, mostrando lati oscuri e problematici del loro ruolo. Questo articolo esplora dieci delle madri più difficili del cinema, offrendo uno spunto di riflessione su come la finzione possa rivelare verità scomode.

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Ruth Dewitt Bukater in Titanic

Ruth Dewitt Bukater, interpretata da Frances Fisher in “Titanic“, è una madre che incarna il conflitto tra dovere sociale e affetto familiare. Dopo la morte del marito, Ruth si trova a fronteggiare una crisi economica che la spinge a forzare sua figlia Rose verso un matrimonio combinato con Cal Hockley, un uomo ricco ma arrogante. La sua determinazione nel controllare ogni aspetto della vita di Rose rivela una personalità autoritaria; non solo cerca di imporle le sue scelte ma usa anche il senso di colpa per manipolarla.

La scena in cui stringe il corsetto alla figlia diventa simbolica dell’oppressione che esercita su Rose. La madre non permette nemmeno alla giovane di rivedere Jack Dawson , l’amore autentico della sua vita. Ruth rappresenta così una figura materna complessa: pur avendo motivazioni legate alla sopravvivenza familiare, i suoi metodi risultano distruttivi per il benessere emotivo della figlia.

Lady Tremaine in Cenerentola

Lady Tremaine è conosciuta principalmente come “matrigna cattiva” nella versione animata di “Cenerentola“. Dopo la morte del marito, questa figura materna decide di mettere al primo posto gli interessi delle sue due figlie biologiche a discapito della povera Cenerentola. Costringendola a vivere come serva nella propria casa e sabotando ogni tentativo da parte sua di trovare felicità o libertà personale, Lady Tremaine incarna l’egoismo estremo.

Il suo comportamento mette in luce dinamiche familiari tossiche dove l’amore fraterno viene sostituito dalla rivalità e dall’invidia. Anche se alla fine Cenerentola riesce ad avere successo grazie all’intervento magico della Fata Madrina, la matrigna rimane un esempio duraturo delle conseguenze negative dell’abuso emotivo all’interno delle relazioni familiari.

Mary Jones in Precious

In “Precious“, Mary Lee Johnston è interpretata dalla vincitrice dell’Oscar Mo’Nique ed è uno dei personaggi più disturbanti mai rappresentati sul grande schermo. Questa madre abusiva infligge violenze fisiche e verbali sulla propria figlia Precious , trascurando completamente i bisogni fondamentali sia emotivi che fisici della ragazza.

Mary ignora anche gli abusi sessuali subiti da Precious ad opera del padre; questo atteggiamento dimostra quanto sia profondo il suo rancore nei confronti degli uomini nella sua vita piuttosto che preoccuparsi per il benessere della figlia. Il film offre uno sguardo crudo sulle conseguenze devastanti dell’abuso domestico e sull’impatto psicologico duraturo sui figli vittime di tali situazioni.

Mamma Fratelli ne I Goonies

Mamma Fratelli è interpretata da Anne Ramsey ed è una figura materna decisamente fuori dal comune nel film cult “I Goonies“. Capo indiscusso di una famiglia criminale, questa madre non esita a mettere i propri figli nei guai pur di salvaguardare se stessa dai rischi legati alle sue attività illegali.

Il suo comportamento violento verso i figli quando non soddisfano le sue aspettative rivela quanto poco valore dia ai legami familiari genuini rispetto al potere e al controllo personale. Sloth Fratelli rappresenta forse l’aspetto più tragico: tenuto prigioniero dalla madre stessa nell’oscurità totale fino al momento in cui decide finalmente di ribellarsi contro le ingiustizie subite dai suoi stessi genitori.

Erica Sayers ne Il Cigno Nero

Erica Sayers appare nel thriller psicologico “Il cigno nero” con Barbara Hershey nel ruolo principale; qui vediamo una madre iperprotettiva con ambizioni irrealistiche per la carriera danzante della figlia Nina . Erica ha sacrificato i propri sogni per crescere Nina ed ora proietta su quest’ultima tutte le proprie aspettative irrealistiche creando così un ambiente tossico intorno alla giovane ballerina.

Questa relazione malsana culmina nella progressiva discesa mentale ed emotiva di Nina mentre lotta tra desiderio d’indipendenza e paura costante d’insoddisfare le richieste materne sempre crescenti; ciò porta infine ad eventi drammatici sul palcoscenico finale dello spettacolo tanto atteso dove tutto sembra crollarle addosso proprio mentre raggiunge finalmente il successo tanto desiderato.

Joan Crawford in Mammina Cara

Mammina Cara” offre uno sguardo controverso sulla vita privata dell’attrice Joan Crawford attraverso gli occhi drammaticamente esagerati interpretati da Faye Dunaway. Qui vediamo Crawford ritratta come una donna alcolizzata, verbalmente violenta, incapace d’instaurare rapporti sani con chiunque, inclusa sua figlia Christina.

Anche se alcuni elementi sono amplificati fino all’assurdo, emerge chiaramente l’immagine d’una donna profondamente instabile; questo ritratto solleva interrogativi sulle pressioni sociali imposte alle donne durante quel periodo storico. In definitiva, “Mammina Cara” ci mostra quanto possa essere difficile affrontare ruoli genitoriali senza cadere preda dei propri demoni interiori.

Madame Anna Sebastian in Notorious

Nel classico noir diretto da Alfred HitchcockNotorious“, Madame Sebastian emerge come antagonista glaciale. Interpretata magistralmente da Leopoldine Konstantin, questa figura materna utilizza manipolazione ed inganno per proteggere gli interessi di famiglia; quando scopre infatti che Alicia sta tramando contro loro, decide quindi d’eliminarla lentamente avvelenandola giorno dopo giorno.

Questo approccio freddo evidenzia ulteriormente quanto possano diventare complesse dinamiche familiari quando entrano coinvolti segreti oscuri; Madame Sebastian diventa quindi emblema perfetta d’un amore malato capace solo d’infliggere dolore anziché conforto ai propri cari.

Lavona Golden in Tonya

Lavona Golden viene presentata nel biopic “Tonya“, ispirandosi agli eventi realizzati attorno all’ex pattinatrice olimpionica Tonya Harding. Interpretata dalla talentuosa Allison Janney – vincitrice Oscar – Lavona risulta essere estremamente critica nei confronti della propria figlia; pur riconoscendone talento naturale però abusa sistematicamente della ragazza cercando sempre opportunità egoistiche per trarre vantaggio dal successo ottenuto attraverso sport.

Questa relazione disfunzionale mette chiaramente in luce effetti devastanti dell’abuso psicologico sui giovani atleti costringendoli spesso ad affrontare le loro paure interiori per ottenere l’approvazione necessaria dalle figure parentali stesse.

Margareth White in Carrie

Margaret White appare come una religiosa fanatica in “Carrie“. Interpretata da Piper Laurie, ella manipola il testo sacro secondo proprie convinzioni personali utilizzandolo esclusivamente come strumento di controllo sulla figlia Carrie .

Quando Carrie tenta ribellarsi accettando finalmente poteri telecinetici, Margaret reagisce violentemente minacciandole addirittura uccisione qualora dovesse continuare a deludere gli ordini impartiti precedentemente creando così tensione insostenibile fra due generazioni diverse unite soltanto dal sangue ma separate ideologicamente.

Pamela Voorhees in Venerdì 13

Infine troviamo Pamela Voorhees, protagonista horror iconica della serie “Venerdì 13“. Interpretata da Betsy Palmer, questa figura materna sembra agire solamente seguendo istinto protettivo verso proprio figlio Jason, annegato subito all’inizio della pellicola dopo aver subito bullismo dagli adolescenti sulla spiaggia locale.

Tuttavia, le azioni intraprese successivamente non sembrano giustificabili poiché decide letteralmente di massacrare tutti coloro considerati responsabili della morte proprio figlio senza alcun tipo di discernimento morale o razionale dietro le scelte fatte, rendendosi così protagonista sanguinosissima della saga cinematografica horror negli anni ‘80.

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