La vicenda di Ciccillo, un cuoco che ha vissuto gli anni più bui della storia italiana, diventa ora una sceneggiatura cinematografica intitolata “L’ultimo cuoco antico“. Questo progetto, sostenuto dalla Fondazione ‘Falconio’, narra le esperienze di Ciccillo e del suo cugino Giuseppe, il quale ha lasciato l’Italia in cerca di fortuna ma si è trovato a combattere contro il proprio Paese. Le riprese inizieranno nel 2026 in diverse regioni italiane e negli Stati Uniti.
La trama: Ciccillo e Giuseppe tra guerra e cucina
Ciccillo è un giovane garzone che cresce in un’Italia segnata dalla Seconda guerra mondiale. Con le restrizioni alimentari imposte dal conflitto, la vita quotidiana è difficile. Tuttavia, grazie alla sua passione per la cucina, riesce a sfamare non solo la sua famiglia ma anche a conquistare i palati dell’aristocrazia italiana. I suoi piatti diventano simbolo di speranza in tempi bui; ogni ricetta rappresenta una forma di resistenza culturale.
Dall’altra parte dell’oceano si trova Giuseppe, il cugino emigrato negli Stati Uniti con sogni di prosperità. Sedotto dall’ideale della democrazia durante la guerra, decide di arruolarsi tra le truppe alleate. Il suo viaggio diventa così una fusione tra speranza infantile e tragedia matura quando si ritrova a combattere contro il suo stesso paese d’origine.
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Il racconto dei due protagonisti offre uno spaccato della società italiana del tempo: da una parte ci sono i sacrifici quotidiani per sopravvivere all’occupazione nemica; dall’altra ci sono le aspirazioni degli italiani all’estero che cercano fortuna ma affrontano realtà dure e imprevedibili.
Un progetto cinematografico sostenuto da importanti enti
La sceneggiatura de “L’ultimo cuoco antico” è stata scritta nel 2024 da Emiliano Falconio insieme ad Andrea Sanguigni ed ha ricevuto il patrocinio della Federazione Italiana Cuochi. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza culturale del film nella riscoperta delle radici culinarie italiane legate alla resilienza durante periodi storici complessi.
Il casting per il film avrà luogo nell’autunno prossimo mentre le riprese sono programmate per iniziare all’inizio del 2026 in diverse località significative come Abruzzo, Sicilia, Lazio e Campania oltre agli Stati Uniti dove Giuseppe ha vissuto gran parte della sua vita adulta. Queste scelte geografiche non sono casuali; ogni luogo rappresenta un pezzo fondamentale della storia dei protagonisti ed offre al pubblico uno scorcio autentico sulla cultura culinaria italiana.
Un messaggio universale sulla resilienza
Emiliano Falconio descrive questo lavoro come molto più che la semplice narrazione delle vite dei due uomini; è infatti una riflessione sull’Italia stessa mentre rinasce dalle macerie post-belliche. Ciccillo diventa simbolo non solo dell’arte culinaria abruzzese ma anche della capacità umana di rialzarsi dopo aver subito gravi perdite.
In questo contesto storico complesso gli eroi non indossano medaglie o uniformi decorate; piuttosto si trovano nelle cucine delle famiglie italiane dove i sapori diventano strumenti per mantenere viva la dignità umana nei momenti più difficili. La figura del cuoco emerge quindi come quella dell’artigiano capace non solo di nutrire corpi affamati ma anche anime desiderose di rinascita dopo anni buoi.