Meta sotto accusa: scoperto un sistema segreto di tracciamento su utenti Android

Meta ha implementato un sistema segreto per monitorare la navigazione web degli utenti Android, eludendo le misure di privacy e suscitando preoccupazioni sulle pratiche di raccolta dati delle aziende tecnologiche.
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Un team di ricercatori internazionali ha rivelato che Meta, la società madre di Facebook e Instagram, avrebbe implementato un sistema segreto per monitorare la navigazione web degli utenti Android. Questa pratica, avviata lo scorso settembre, è stata interrotta solo dopo che l’indagine è stata resa pubblica. L’analisi mette in luce come l’azienda sia riuscita a eludere le misure standard di protezione della privacy.

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Il funzionamento del sistema di tracciamento

Secondo quanto emerso dalla ricerca, il metodo utilizzato da Meta era in grado di aggirare le difese degli utenti, inclusa la modalità di navigazione in incognito e la cancellazione dei cookie. La procedura si basava sul fatto che se un utente era connesso alle app Facebook o Instagram sul proprio dispositivo Android, la sua cronologia di navigazione su siti esterni poteva essere collegata direttamente al suo account Meta. Questo permetteva all’azienda di offrire pubblicità altamente mirate.

Il cuore della questione risiede nel cosiddetto “Meta Pixel”, uno strumento installato su milioni di siti web per raccogliere dati sugli utenti. Le app Android sviluppate da Meta erano capaci di comunicare con il browser attraverso una funzionalità nota come socket localhost. Questa caratteristica consente alle applicazioni mobile di eseguire un server locale per lo scambio dei file tra app e browser.

Grazie a questo meccanismo, le applicazioni potevano estrarre metadati e cookie dai siti visitati dagli utenti senza il loro consenso esplicito. Gunes Acar, uno dei ricercatori coinvolti nello studio, ha evidenziato che “Meta non ha mai informato né gli utenti né i proprietari dei siti web riguardo a questa pratica”. Ciò solleva interrogativi significativi sulla trasparenza delle operazioni condotte dalle grandi aziende tecnologiche.

Reazioni e conseguenze

La reazione da parte delle autorità competenti non si è fatta attendere: Google ha definito il metodo utilizzato da Meta una violazione evidente delle proprie politiche sulla sicurezza e sulla privacy degli utenti. In risposta a queste rivelazioni, Google ha annunciato l’intenzione di implementare aggiornamenti futuri per Chrome al fine d’impedire pratiche simili nel contesto delle sue applicazioni.

Le app disponibili sul Play Store sono tenute a rispettare rigorose linee guida stabilite da Google; pertanto qualsiasi violazione può comportare sanzioni significative o addirittura la rimozione dall’app store stesso. Da parte sua, Meta ha cercato d’attribuire questa controversia a un fraintendimento nell’applicazione delle policy aziendali ed è attualmente in discussione con Google riguardo alla questione.

I ricercatori hanno confermato che dopo la pubblicizzazione dell’indagine da parte loro, Meta avrebbe quasi completamente eliminato il codice responsabile del monitoraggio illecito della navigazione web degli utenti Android. Tuttavia, rimane aperto il dibattito sulle pratiche adottate dalle piattaforme digitali nella raccolta dei dati personali e sull’importanza della trasparenza nei confronti degli utilizzatori finali.

Questo episodio riaccende i riflettori sulle questioni legate alla privacy online e sull’urgenza d’imporre regole più severe alle aziende tecnologiche impegnate nella raccolta dati attraverso strumenti pubblicitari sempre più sofisticati.

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