Olympo è il nuovo teen drama spagnolo, disponibile su Netflix dal 20 giugno, che affronta le sfide e le pressioni che i giovani atleti devono affrontare nel loro percorso verso il successo. Prodotto da Zeta Studios e diretto da un team di registi tra cui Marçal Forès e Daniel Barone, la serie si propone di esplorare tematiche attuali come il doping nello sport giovanile e l’ossessione per la perfezione fisica.
La trama di Olympo
La storia si svolge al Centro de Alto Rendimiento Pireneos, dove i migliori atleti spagnoli si allenano in vista delle competizioni nazionali e internazionali. Tra questi ci sono Amaia , capitana della squadra di nuoto sincronizzato, e Núria , sua migliore amica. Entrambe sono impegnate a prepararsi per l’arrivo dell’associazione Olympo, che offre una sponsorizzazione ambita a soli tre atleti.
Con l’avvicinarsi della selezione per la sponsorizzazione, Amaia nota un cambiamento sorprendente nelle prestazioni di Núria. La rapidità con cui migliora fa sorgere in lei sospetti riguardo all’uso di sostanze dopanti non solo da parte della sua amica ma anche tra gli altri atleti del CAR. Questo tema del doping diventa centrale nella narrazione, evidenziando quanto sia diffuso questo fenomeno nel mondo dello sport giovanile.
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Il contesto competitivo crea una pressione enorme sui ragazzi e sulle ragazze coinvolti; essi devono affrontare non solo sfide fisiche ma anche psicologiche quotidiane. Le aspettative dei genitori spesso amplificano questa pressione: molti spronano i propri figli a dare sempre il massimo senza considerare i rischi legati alla salute o all’integrità morale.
I personaggi principali
Oltre ad Amaia e Núria, la serie presenta un cast variegato composto da Nuno Gallego nei panni di Roque e Agustìn Della Corte come Sebas. Questi personaggi rappresentano diverse discipline sportive ed esperienze personali legate al mondo dell’atletica giovanile. Roque è un rugbista che deve confrontarsi con le sue scelte personali mentre Sebas vive una situazione complessa riguardante la propria identità sessuale in relazione alle aspettative sociali.
Le dinamiche tra i personaggi sono complesse; ciò che inizialmente sembra essere amicizia può rapidamente trasformarsi in rivalità quando gli obiettivi individuali entrano in conflitto. Ad esempio, Amaia è costretta a confrontarsi con Fátima , una nuova arrivata nella squadra che minaccia la sua posizione come capitana.
Questa tensione interpersonale arricchisce ulteriormente la trama rendendo evidente quanto possa essere difficile mantenere relazioni sane quando ogni atleta lotta per emergere nel proprio campo sportivo.
Critiche alla serie
Nonostante l’interessante premessa narrativa, Olympo ha ricevuto critiche riguardo allo sviluppo superficiale dei suoi temi principali. Gli otto episodi della serie durano circa 50 minuti ciascuno ma sembrano mancare della profondità necessaria per trattare argomenti complessi come il doping o le pressioni sociali sugli adolescenti coinvolti nello sport d’élite.
In particolare nei primi episodi emerge una sensazione di déjà vu rispetto ad altre produzioni simili come Élite – anch’essa prodotta da Zeta Studios – creando preoccupazioni circa l’originalità del contenuto proposto dalla piattaforma streaming più popolare al mondo. L’eccessivo uso del rallenty nelle scene sportive tende a distogliere l’attenzione dalla narrazione principale piuttosto che enfatizzarla efficacemente; questo porta a momenti ripetitivi anziché emozionanti.
Inoltre alcuni critici hanno sottolineato come alcune scelte narrative possano apparire forzate o poco realistiche rispetto alle esperienze vissute dagli adolescenti oggi nel contesto competitivo dello sport professionistico.
Tematiche centrali: etica vs successo
Uno dei quesiti fondamentali posti dalla serie riguarda fino a dove gli individui siano disposti ad andare pur di raggiungere i propri obiettivi professionali nello sport: etica o gloria? Gli atleti del CAR Pireneos vivono quotidianamente questa dicotomia mentre cercano approvazione dai loro allenatori così come dai familiari; spesso accettando compromessi morali pur di ottenere risultati immediatamente visibili sul campo.
Olympo tenta quindi di sollevare interrogativi importanti sulla cultura competitiva presente negli ambienti atletici giovanili contemporanei ma finisce col rimanere ancorata ad uno sviluppo narrativo poco incisivo rispetto ai temi trattati.