Ieri si è svolta un’udienza importante presso il tribunale di Frosinone, dove è stata ascoltata la testimonianza della cassiera coinvolta in una rapina avvenuta nel 2023. La donna ha fornito dettagli significativi riguardo all’incidente, ma ha anche sollevato dubbi sulla identificazione del presunto colpevole. Questo processo si inserisce in un contesto più ampio che include indagini approfondite e prove forensi.
Dettagli sulla rapina e gli imputati
La rapina alla sala slot Terrybell, situata lungo le Monti Lepini a Frosinone, risale al 19 marzo 2023 ed ha fruttato ai malviventi circa 16.000 euro. Le indagini hanno portato all’identificazione di due uomini: Giovanni Magale, 42 anni, e Enea Muca, 33 anni, quest’ultimo cittadino albanese. Entrambi sono difesi dagli avvocati Nicola Ottaviani e Riccardo Masecchia.
Il colpo è stato pianificato con attenzione; secondo la ricostruzione della procura basata su prove video e testimonianze oculari. Un testimone avrebbe visto uno dei rapinatori disfarsi dello scooter utilizzato per fuggire dopo l’assalto. Gli agenti hanno rinvenuto indumenti abbandonati nei pressi del luogo dell’incidente insieme a un casco integrale che potrebbe essere collegato ai sospetti.
Leggi anche:
Il ciclomotore utilizzato per la fuga era uno Scarabeo privo di targa; tuttavia le forze dell’ordine sono riuscite a risalire all’intestatario del mezzo attraverso accertamenti specifici.
La testimonianza della cassiera
Durante l’udienza davanti al gup Antonello Bracaglia Morante, la cassiera ha dichiarato che il rapinatore era significativamente più alto rispetto a Magale – almeno venti centimetri in più – e non ha riconosciuto la sua voce durante l’assalto. Questo aspetto potrebbe rivelarsi cruciale nel corso del processo poiché mette in discussione l’identificazione dell’imputato come autore materiale del crimine.
La donna ha raccontato come il malvivente le abbia rivolto minacce ripetute mentre svuotava la cassa registratrice. Ha anche spiegato che i responsabili della sala slot effettuano prelievi periodici delle somme incassate dalle scommesse dei clienti; questo dettaglio potrebbe influenzare ulteriormente le dinamiche legate alla motivazione dietro il furto.
Inoltre è emerso che lei stessa non aveva informato suo figlio riguardo alle somme raccolte nella giornata della rapina; questo particolare suggerisce una certa cautela da parte sua nel gestire informazioni sensibili legate all’attività commerciale.
Prossimi passi nel procedimento giudiziario
L’udienza si chiuderà con un rinvio ad ottobre per ulteriori sviluppi processuali. Le autorità continueranno ad esaminare tutte le prove disponibili mentre i legali degli imputati cercheranno di smontare l’accusa basandosi sulle incongruenze emerse dalla testimonianza odierna.
Le aggravanti contestate agli imputati includono l’uso di una pistola durante la commissione del reato e il travisamento dei volti con caschi integrali per evitare identificazioni facili da parte delle vittime o delle autorità competenti.
Questo caso rimane sotto attenta osservazione sia da parte degli investigatori sia dall’opinione pubblica locale dato il suo impatto sulla sicurezza percepita nelle attività commerciali nella zona.