Rapporto annuale Inps 2024: aumento delle pensioni e cambiamenti nel mercato del lavoro

Il rapporto annuale dell’Inps 2024 analizza l’età delle pensioni, le prestazioni previdenziali e l’andamento del mercato del lavoro in Italia, evidenziando tendenze significative per i cittadini.
Rapporto annuale Inps 2024: aumento delle pensioni e cambiamenti nel mercato del lavoro - Socialmedialife.it

Il rapporto annuale dell’Inps per il 2024 rivela importanti dati sull’età delle pensioni, le prestazioni previdenziali e l’andamento del mercato del lavoro in Italia. L’analisi offre uno spaccato dettagliato della situazione attuale, evidenziando tendenze significative che influenzano la vita dei cittadini italiani.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

Età media delle pensioni e differenze tra categorie

Secondo il rapporto, l’età media per andare in pensione di vecchiaia è ora di 67,2 anni, mentre quella per le pensioni anticipate si attesta a 61,6 anni. Questo incremento rispetto all’anno precedente indica un progressivo allineamento tra età legale ed età effettiva di accesso alla pensione. L’Inps sottolinea che lavorare più a lungo consente ai cittadini non solo di versare contributi maggiori ma anche di garantire una pensione più solida.

Diversi fattori stanno contribuendo a questo fenomeno. Uno degli aspetti chiave è rappresentato dall’aumento dell’utilizzo dello smart working che ha reso il lavoro più flessibile e meno gravoso per molti dipendenti. Inoltre, i requisiti legati a misure come “quota 103” e “Opzione donna” hanno un impatto significativo sulle decisioni riguardanti la cessazione dell’attività lavorativa.

Dal periodo compreso tra il 2012 e il 2024 si osserva un aumento del differenziale tra le età medie delle due tipologie di pensione: da 3,8 a ben 5,6 anni. Questo scarto è attribuibile principalmente all’aumento dell’età media per la vecchiaia rispetto a un incremento più contenuto nelle anticipazioni.

Crescita delle prestazioni previdenziali nel settore pubblico

Nel corso del 2024 sono state liquidate circa 1,6 milioni di prestazioni dall’Inps con una crescita significativa pari al 4,5% rispetto al precedente anno. Di queste prestazioni:

  • Il 55% riguarda trattamenti previdenziali
  • Il 45% concerne quelli assistenziali

Le prestazioni previdenziali hanno visto un incremento del 2,9%, trainate da una crescita notevole nelle pensioni di vecchiaia e invalidità , mentre quelle anticipate hanno registrato una diminuzione . Le prestazioni assistenziali sono aumentate anch’esse del 6,5%.

La composizione demografica dei beneficiari mostra circa 16 milioni di persone in possesso della pensione , suddivisi in quasi pari numero fra uomini e donne . La spesa totale destinata alle pensioni ha raggiunto i 364 miliardi, con gli assegni maschili superiori mediamente del 34% rispetto a quelli femminili.

Emigrazione post-lavorativa: tendenze significative

Il report evidenza anche come dal periodo compreso tra il 2011 ed il 2019 ci sia stata una costante crescita nell’emigrazione post-lavorativa degli italiani residenti all’estero. Questa tendenza sembra essere sostenuta dalla ricerca di condizioni fiscali migliori o da climi favorevoli che promettono qualità della vita superiore.

I dati mostrano chiaramente che i pensionati con redditi mensili superiori ai cinquemila euro presentano propensioni migratorie sei volte maggiormente elevate rispetto alle fasce inferiori; ciò suggerisce motivazioni diverse alla base della scelta migratoria fra i vari gruppi reddituali: chi guadagna meno tende ad emigrare principalmente per ragioni economiche o familiari; chi guadagna meglio lo fa come scelta strategica verso paesi con vantaggi fiscali o climatici migliori.

Riconfigurazione imprenditoriale e occupazione

Il rapporto mette in luce anche cambiamenti nel panorama imprenditoriale italiano dove si contano ora circa 1 milione e 670 mila imprese private. Si nota un aumento nella dimensione d’impresa con crescentemente aziende grandi mentre diminuiscono quelle piccole; parallelamente cresce l’incidenza dei servizi sul totale economico nazionale mentre cala quella industriale.

I contributivi socializzati continuano ad aumentare arrivando complessivamente a 263 miliardi, nonostante le agevolazioni abbiano raggiunto quota 41 miliardi. Queste ultime derivano principalmente dalla riduzione dell’aliquota Ivs applicata ai dipendenti ed altre misure temporanee specifiche nei contratti d’apprendistato.

L’occupazione complessiva ha superato i ventiquattro milioni con un tasso storico al sessantatre percento grazie soprattutto ai dipendenti permanenti; tuttavia persistono criticità sul fronte femminile dove l’incidenza resta ancora bassa sebbene vi siano segnali positivi nei settori giovanili non comunitari che mostrano incrementativi notevoli negli ultimi cinque anni.