Il sistema di tax credit in Italia, ideato per sostenere le piccole produzioni cinematografiche, è al centro di un acceso dibattito dopo il presunto coinvolgimento di Francis Kaufmann, accusato di duplice omicidio a Villa Pamphilj. Le indagini hanno messo in luce possibili irregolarità nell’assegnazione dei fondi pubblici, che avrebbero beneficiato anche film internazionali come “Fast & Furious 10” e “The Equalizer 3”. Questo articolo esplora i dettagli della vicenda e le implicazioni per l’industria cinematografica italiana.
Il caso Kaufmann e il tax credit
La situazione attuale ha preso piede con la scoperta che Francis Kaufmann, noto anche come Rexal Ford, ha ricevuto 863 mila euro per la realizzazione del film “Stelle della notte”, la cui esistenza è ancora da confermare. La questione ha riacceso l’attenzione sul tax credit, una misura introdotta negli anni Duemila ma potenziata nel 2016 dall’allora ministro Dario Franceschini. L’obiettivo era supportare il cinema indipendente italiano; tuttavia, recenti sviluppi suggeriscono che i fondi siano stati utilizzati in modo improprio.
Le indagini condotte dai procuratori Giovanni Conzo, Stefano Pesci e Giuseppe Cascini hanno rivelato l’apertura di circa dieci fascicoli riguardanti un totale stimato di 200 milioni di euro erogati senza adeguate verifiche. I magistrati sospettano che alcuni progetti dichiarati non abbiano realmente giustificato i costi elevati presentati per ottenere i finanziamenti.
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Film italiani sotto esame
L’inchiesta si concentra su otto film italiani notoriamente apprezzati dal pubblico e dalla critica. Tra questi figurano titoli come “Finalmente l’alba” diretto da Saverio Costanzo e “Il sol dell’avvenire” firmato da Nanni Moretti. Questi progetti hanno ricevuto complessivamente circa 70 milioni dal Ministero della Cultura , corrispondenti al 40% dei costi dichiarati dalle produzioni.
Un avvocato esperto in diritto d’autore ha denunciato costi gonfiati nella rendicontazione delle spese post-riforma Franceschini. Secondo quanto riportato dalla stampa specializzata, si stima uno sperpero complessivo vicino ai quattro miliardi di euro a causa della mancanza di controlli rigorosi sulle spese dichiarate dai produttori cinematografici.
È importante sottolineare che i registi coinvolti non sono parte dell’inchiesta poiché non gestiscono direttamente la contabilità dei fondi pubblici destinati alle loro opere.
Produzioni straniere nel mirino
Oltre ai film nazionali sotto scrutinio ci sono anche due grandi produzioni hollywoodiane: “Fast & Furious 10”, girata parzialmente tra Roma e Torino, ed “The Equalizer 3”, ambientata sulla Costiera Amalfitana. Quest’ultimo progetto avrebbe ricevuto ben trenta milioni di euro dal governo italiano; sedici milioni sarebbero stati destinati esclusivamente al compenso dell’attore Denzel Washington.
Attualmente la Guardia di Finanza sta acquisendo documentazione presso il Ministero della Cultura così come presso alcune case produttrici coinvolte nei progetti investigativi. Sebbene nessuno sia stato formalmente indagato finora né siano stati iscritti reati specifici all’interno del procedimento legale aperto, gli investigatori non escludono possibili accuse relative a truffa ai danni dello Stato se dovessero emergere ulteriori evidenze contro le pratiche adottate dalle produzioni cinematografiche.
Le misure del governo sul tax credit
In risposta alle polemiche emerse intorno alla gestione del tax credit internazionale italiano – considerata una delle più vantaggiose d’Europa tra il 2017 ed il 2024 – sia Gennaro Sangiuliano che Alessandro Giuli hanno annunciato interventi decisivi per garantire un uso corretto delle risorse pubbliche destinate al settore cinematografico nazionale.
Giuli ha affermato: “Ogni euro deve essere utilizzato realmente per produrre cultura”. Sono state introdotte nuove regole più severe riguardo alla tracciabilità dei flussi finanziari legati ai progetti cinematografici; ad esempio ora è obbligatorio presentare una copia completa dell’opera realizzata prima del riconoscimento definitivo del beneficio fiscale ottenuto tramite tax credit. Ulteriormente sono previsti vincoli maggiormente stringenti sulla documentazione relativa all’assunzione del personale impiegato in produzione o sui servizi forniti da terzi partner commerciali ed esterni alle case produttrici stesse.
In aggiunta è stato siglato un protocollo con la Guardia di Finanza volto a rafforzare monitoraggio ed ispezione sull’utilizzo dei fondi offerti attraverso questo strumento economico statale dedicando tre milioni e mezzo alla creazione di un sistema efficace capace d’individuare anomalie o abusi pregresse di accesso ai crediti fiscali previsti dalla legge Cinema italiana vigente.
Un giro d’affari controverso
Il sistema attuale presenta chiaramente necessità urgenti d’intervento e revisione affinché possa continuare ad attrarre investimenti senza incorrere in abusi o malversazioni. Negli ultimi anni, infatti, molteplici produzioni internazionali han scelto l’Italia grazie agli incentivi economici offerti, generando un notevole giro d’affari stimabile oltre tre volte superiore rispetto agli investimenti iniziali effettuati su base delle analisi fornite dalla Cassa depositi e prestiti.
Tuttavia, dopo lo scoppio della pandemia Covid-19 si son verificate semplificazioni nelle modalità accessorie necessarie per accedere ai contributi fiscali; queste modifiche han portato conseguentemente all’insorgere problematiche diverse sulle modalità di utilizzo degli stessi fondi per finanziare opere che poi risultavano incompiute o addirittura mai distribuite. Gli operatori del settore stesso hanno richiesto correttive affinché tali situazioni venissero frenate evitando ulteriori sprechi futuri simili a quelli emersi nel caso “Stelle della notte”.