Terremoto del 1688 nel Sannio-Matese: un’analisi degli effetti ambientali e sociali

Il terremoto del 5 giugno 1688 nel Sannio-Matese ha causato migliaia di morti e ingenti danni, con effetti ambientali significativi analizzati attraverso ricerche archivistiche e la scala ESI-07.
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Il 5 giugno 1688, un devastante terremoto ha colpito l’area del Sannio-Matese, in Italia meridionale. Con una magnitudo stimata di Mw=7 e un’intensità epicentrale di I0=XI sulla scala Mercalli-Cancani-Sieberg, questo evento sismico ha avuto conseguenze drammatiche per la popolazione locale. La scossa principale si è verificata intorno alle 20:30 e ha interessato una vasta area di circa 83.000 km², causando migliaia di morti e distruzione in numerosi comuni delle regioni Campania, Basilicata, Puglia, Molise, Lazio e Abruzzo.

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L’impatto devastante del terremoto

L’epicentro del terremoto si trovava nella zona del Sannio , dove i centri abitati come Cerreto Sannita, Civitella Licinio e Guardia Sanframondi hanno subito danni ingenti. La distruzione quasi totale delle infrastrutture ha portato a un elevato numero di vittime tra la popolazione locale. Le testimonianze storiche dell’epoca descrivono scene di panico e caos mentre gli edifici crollavano sotto la forza della scossa.

Studi condotti da vari ricercatori hanno documentato l’impatto socio-economico dell’evento sismico; tuttavia, meno attenzione è stata dedicata agli effetti ambientali indotti dal terremoto stesso. Alcuni autori come Serva e Boschi et al. hanno esaminato questi aspetti ma non in modo esaustivo. Recentemente sono stati identificati circa venti effetti sull’ambiente naturale nelle vicinanze dell’epicentro attraverso una revisione critica della letteratura storica disponibile.

Ricerche archivistiche per comprendere gli effetti ambientali

Per approfondire la conoscenza degli effetti ambientali causati dal terremoto del 1688 è stata avviata una ricerca archivistica che ha coinvolto diverse fonti storiche. Documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli e l’Archivio generale di Simancas in Spagna sono stati esaminati insieme a resoconti contemporanei che descrivevano le conseguenze immediate sul territorio.

Le gazzette dell’epoca forniscono dettagli preziosi sull’impatto sociale ed economico della catastrofe; ad esempio, il giornale bolognese datato al 29 giugno dello stesso anno riporta notizie sulle perdite umane ed economiche subite dalle comunità locali. L’integrazione dei dati provenienti da oltre cento fonti diverse ha permesso ai ricercatori non solo di confermare gli eventi già noti ma anche d’identificare nuovi effetti primari e secondari legati all’ambiente naturale.

Analisi degli effetti ambientali secondo la scala ESI-07

L’importanza degli studi sugli effetti ambientali risiede nella loro capacità d’influenzare le valutazioni macrosismiche dei terremoti storici. Nel contesto specifico del sisma del 1688 nel Sannio-Matese è stata utilizzata la nuova scala macrosismica ESI-07 , introdotta nel 2007 dall’INQUA per valutare esclusivamente gli impatti sull’ambiente naturale.

Questa metodologia consente una visione più completa rispetto alle tradizionali scale macrosismiche che si concentrano principalmente sui danni strutturali agli edifici umani. Attraverso questa analisi sono stati identificati ben quarantatre diversi tipi d’effetti sull’ambiente nelle località colpite dal sisma; tra questi figurano anomalie idrologiche significative ed episodi franosi concentrati soprattutto nell’arco dei dieci chilometri dall’epicentro.

La revisione condotta sulla base della scala ESI-07 ha portato a riconsiderare l’intensità inizialmente attribuita al terremoto: da I0=XI MCS a I0=X MCS secondo i nuovi parametri stabiliti dalla ricerca scientifica attuale.

Conclusioni sulla rilevanza dello studio

Questo studio evidenzia quanto sia cruciale integrare i dati storici con osservazioni geologiche contemporanee per ottenere informazioni più accurate riguardo alla pericolosità sismica delle aree colpite da eventi passati come quello del 1688 nel Sannio-Matese. La creazione d’una banca dati sugli Environmental Effects permette non solo d’affinare le conoscenze relative alla sismicità della regione ma offre anche spunti utilissimi per future pianificazioni territoriali volte alla mitigazione dei rischi associabili ai fenomeni sismici.

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