Terremoto di magnitudo 6.4 al largo dell’Antartide: nessun danno immediato

Un terremoto di magnitudo 6.4 colpisce l’Antartide il 27 giugno, senza danni segnalati grazie alla remota ubicazione; eventi sismici sono monitorati per il loro impatto sulla calotta glaciale.
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Un terremoto di magnitudo 6.4 è stato registrato il 27 giugno alle ore 10:32 italiane al largo delle coste dell’Antartide, con un ipocentro a soli 9 km di profondità. La notizia è stata confermata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia , che monitora l’attività sismica globale. Nonostante la rilevanza dell’evento, non si segnalano danni immediati data la remota ubicazione nel mare antartico.

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Dettagli del sisma e contesto sismico globale

L’Antartide è un continente caratterizzato da condizioni estreme, essendo il più freddo e isolato della Terra. La sua superficie è quasi interamente coperta da una calotta glaciale che raggiunge uno spessore medio di circa 2.000 metri, rendendolo un territorio poco abitato con una popolazione stabile che varia tra le mille persone in inverno e fino a quattromila durante l’estate australe. Queste persone sono principalmente ricercatori distribuiti nelle stazioni scientifiche come la Stazione Mario Zucchelli sulla costa e la base italo-francese Concordia sul plateau antartico.

Il terremoto registrato rappresenta un evento significativo anche se non tra i più distruttivi del XXI secolo; eventi sismici con magnitudo superiore a 7 hanno causato devastazioni in aree densamente popolate come il terremoto del Sichuan nel 2008 o quello nell’Oceano Indiano nel 2004, quest’ultimo responsabile della morte di oltre 230.000 persone.

La posizione geografica dell’Antartide rende gli eventi sismici meno pericolosi per le vite umane rispetto ad altre regioni del mondo, ma rimangono comunque importanti per lo studio delle dinamiche geologiche globali.

Impatti e monitoraggio scientifico in Antartide

Nonostante l’assenza di una popolazione residente significativa nella regione colpita dal sisma, gli eventi sismici come questo sono oggetto d’interesse per i ricercatori poiché possono influenzare la stabilità della calotta glaciale circostante ed eventualmente portare al distacco di iceberg giganti nel mare antartico. Un esempio recente risale a maggio del 2021 quando una lastra enorme si staccò dalla piattaforma Ronne generando l’iceberg A-76, attualmente il più grande nell’Oceano Antartico; questo fenomeno è stato monitorato dai satelliti Sentinel-1 dell’Agenzia Spaziale Europea.

Le ricerche condotte in Antartide sono coordinate dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide , che sostiene la presenza scientifica italiana sul continente attraverso infrastrutture quali le stazioni ricerca e la nave rompighiaccio Laura Bassi. Il PNRA ha avviato i preparativi per reclutare personale per la XXII campagna invernale presso la stazione Concordia, prevista da novembre prossimo fino a novembre del successivo anno; questa iniziativa mira ad approfondire lo studio delle dinamiche climatiche e geologiche cruciali per comprendere i cambiamenti climatici globali.

In aggiunta ai progetti attuali, nel febbraio scorso è stata presentata Bedmap3, una mappa dettagliata dell’intero continente antartico frutto di anni di studi geofisici; questa nuova mappa permette analisi più precise riguardo alle caratteristiche glaciologiche della regione interessata dal recente sisma ed offre dati fondamentali sull’impatto degli eventi naturali sulla stabilità delle masse ghiacciate locali così come sull’unicità ecosistemica del continente australe.