Ugo Giulio Lurini: un artista tra teatro sociale e performance storiche in Italia

Ugo Giulio Lurini, fondatore della compagnia teatrale Lut, si dedica al teatro sociale e di comunità, affrontando sfide artistiche e promuovendo innovazione culturale nonostante le difficoltà fisiche.
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Ugo Giulio Lurini è un professionista del mondo teatrale che si distingue per il suo impegno nel teatro sociale e nella comunità. Con una carriera che abbraccia diversi aspetti della produzione artistica, Lurini continua a lavorare con passione, affrontando sfide sia sul palcoscenico che nella vita quotidiana. In questa intervista, esplora i suoi progetti attuali e riflette sulle esperienze passate.

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Impegno nel teatro sociale e di comunità

Lurini è uno dei fondatori della compagnia teatrale Lut, attiva dal 1995. La sua attenzione si concentra principalmente su progetti di “teatro sociale e di comunità”, coinvolgendo diverse fasce di pubblico. Tra le attività principali ci sono il teatro scuola, il lavoro con la salute mentale per adulti e giovani, interventi in carcere e programmi dedicati a giovani a rischio o con disabilità.

Il suo percorso nel campo della salute mentale è iniziato nel 1999, prima della chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici. Attualmente collabora con un gruppo associato al centro diurno di via Nino Bixio. Questo lavoro ha creato legami profondi basati sulla fiducia reciproca tra i partecipanti. “È bello vedere come questi ragazzi crescono insieme a noi,” afferma Lurini riguardo ai giovani dai 16 ai 30 anni che frequentano i laboratori teatrali da molti anni.

Le prove non si limitano solo agli incontri settimanali; spesso il gruppo partecipa insieme a spettacoli dal vivo per ampliare le loro esperienze artistiche. Nonostante la diversità dei partecipanti renda ogni incontro una sfida unica, Lurini considera questo aspetto come parte integrante del processo creativo.

Dal 2018 lavora anche in ambito carcerario, dove ha trovato una nuova dimensione artistica: “Il carcere è diventata la mia seconda casa,” dice Lurini descrivendo l’atmosfera collaborativa durante le prove teatrali all’interno delle mura detentive.

Evoluzione della carriera solista

Oltre al suo impegno nel teatro sociale, Ugo Giulio Lurini continua ad esibirsi nelle feste medievali sparse per l’Italia. Tuttavia, negli ultimi due anni ha dovuto affrontare limitazioni fisiche dovute alla malattia che hanno influenzato la sua capacità di movimento e ridotto le sue possibilità espressive sul palco.

Nonostante queste difficoltà fisiche lo abbiano costretto ad abbandonare spettacoli itineranti o performance più dinamiche su panche elevate, ha trovato nuove strade creative trasformandosi in narratore ed annunciatore improvvisato durante tornei e sfilate storiche.

Inoltre mantiene viva l’idea di realizzare spettacoli teatrali in spazi atipici grazie alla collaborazione con registi come Giuliano Lenzi ed Andrea Fagioli. Dopo aver interpretato ruoli complessi come disadattati o personaggi inquietanti tratti dalla letteratura contemporanea italiana ed internazionale, ora cerca nuovi testi da portare in scena per continuare ad alimentare la sua ricerca artistica.

Ricordi indelebili del passato

Tra i ricordi più significativi della sua carriera c’è senza dubbio il monologo “Conversazione con l’uomo dell’armadio” scritto da Ian McEwan; uno spettacolo che lo ha visto impegnato per quasi vent’anni girando appartamenti privati e spazi alternativi in tutta Italia insieme al suo team creativo. Anche “Brevi interviste con uomini schifosi” di David Foster Wallace rappresenta un capitolo importante nella storia del teatro domestico italiano: ogni volta era possibile sovvertire gli spazi abituali creando atmosfere nuove grazie alla complicità degli spettatori stessi.

Un altro progetto memorabile è stato “Teatrino sintetico futuribile”, realizzato durante la pandemia quando ben 23 attori hanno potuto recitare simultaneamente ma ognuno dalla propria casa attraverso dirette streaming innovative gestite tramite smartphone dai membri dello staff tecnico sparsi geograficamente lontani tra loro.

Queste esperienze non solo definiscono l’identità artistica di Lurini ma testimoniano anche quanto possa essere potente il teatro quando viene fatto non solo per intrattenere ma anche per migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte nei processi creativi.

Riflessioni sulla situazione dello spettacolo a Siena

Riguardo allo stato attuale dello spettacolo dal vivo a Siena, Lurini esprime preoccupazione circa la mancanza d’audacia nelle programmazioni artistiche locali: “C’è poca voglia d’innovazione.” Secondo lui vi sarebbe una tendenza diffusa a mantenere distante dalle scene locali forme d’arte contemporanee come danza o videoarte, preferendo piuttosto rassegne dominate da nomi noti provenienti dal mondo televisivo o cinematografico tradizionale.

L’artista sottolinea inoltre quanto sia fondamentale considerare il vero significato politico del teatro; esso deve servire quale strumento critico nei confronti dell’attualità piuttosto che limitarsi all’intrattenimento superficiale aspettandosi sempre risposte rassicuranti da opere classiche interpretate secondo schemi consolidati.

Infine invita le compagnie senesi ad assumersi maggior responsabilità verso pubbliche alternative cercando opportunità innovative affinché possano contribuire concretamente alla crescita culturale collettiva attraverso linguaggi scenici freschi ed originali.