Ultimo atto della trilogia Tudor di Donizetti: Roberto Devereux al Teatro di San Carlo

Il Teatro di San Carlo di Napoli presenta “Roberto Devereux” di Donizetti, ultima opera della trilogia Tudor, con regia di Jetske Mijnssen e direzione musicale di Riccardo Frizza fino al 22 luglio 2025.
Ultimo atto della trilogia Tudor di Donizetti: Roberto Devereux al Teatro di San Carlo - Socialmedialife.it

Il Teatro di San Carlo di Napoli ospita fino al 22 luglio 2025 l’opera “Roberto Devereux”, che segna la conclusione della trilogia Tudor di Gaetano Donizetti. Questa produzione, realizzata in collaborazione con la Dutch National Opera e il Palau de les Arts di Valencia, mantiene un nucleo creativo costante per regia, scenografia e direzione musicale. Dopo le precedenti opere “Anna Bolena” e “Maria Stuarda”, l’ultima tappa presenta una serie di sfide artistiche che meritano attenzione.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

La regia e l’ambientazione

La regia è affidata a Jetske Mijnssen, che ha scelto un’ambientazione collocata a metà del Novecento. I costumi, curati da Klaus Bruns, presentano uno stile borghese e formale; tuttavia, questo spostamento temporale non si riflette in modo coerente nell’azione teatrale. Le scene progettate da Ben Baur suscitano interrogativi: nel primo atto ci si trova in quella che sembra più una stanza d’hotel piuttosto che in un palazzo reale. Le dame di corte sono rappresentate come cameriere, il che altera significativamente la percezione del contesto storico dell’opera.

Nei successivi atti, il palco diventa sempre più spoglio fino a trasformarsi in una landa desolata abitata solo da sedie. Questo minimalismo potrebbe apparire come una scelta estetica audace ma risulta piuttosto confuso e poco efficace nel sostenere i conflitti interni dei personaggi principali. La discesa finale delle pareti del primo atto non riesce ad evocare il palazzo di Westminster come previsto; anzi, aggiunge ulteriore confusione visiva alla narrazione già complessa dell’opera.

L’intento registico sembra essere quello di astrarre ed allegorizzare i temi trattati nell’opera donizettiana; tuttavia questa volontà rimane sospesa senza mai trovare compimento né chiarezza espressiva sul palco.

Direzione musicale

In netto contrasto con le scelte visive c’è la direzione musicale condotta da Riccardo Frizza. Il maestro si distingue per la sua interpretazione attenta del repertorio donizettiano; offre una lettura rigorosa caratterizzata da grande controllo nei volumi sonori e nelle dinamiche orchestrali. L’orchestra del Teatro San Carlo suona con precisione sotto la sua guida esperta, creando uno spazio sonoro ideale per i cantanti durante i momenti lirici.

Frizza gestisce sapientemente anche le transizioni tra le varie sezioni musicali dell’opera garantendo coesione timbrica ed eleganza nei passaggi concertati. Il coro diretto da Fabrizio Cassi contribuisce notevolmente alla riuscita dello spettacolo grazie alla sua presenza scenica misurata ma incisiva.

I protagonisti sul palco

Roberta Mantegna interpreta magistralmente il ruolo della Regina Elisabetta mostrando autorità nella difficile scrittura vocale donizettiana. La sua voce è ben proiettata ed emana brillantezza negli acuti mentre mantiene compattezza nei passaggi centrali della partitura.

Annalisa Stroppa offre un’interpretazione intensa nel ruolo di Sara: il suo timbro caldo accompagna perfettamente le sfumature malinconiche del personaggio tormentato dal conflitto interiore tra amore e dovere politico. Stroppa canta con eleganza frasi ben scolpite supportate da una tecnica solida.

Nicola Alaimo veste i panni di Nottingham portando sul palco credibilità attraverso un canto ricco sia di morbidezza sia di forza espressiva; particolarmente emozionante è stato il suo duetto con Sara che ha catturato l’attenzione degli spettatori per intensità teatrale ed affiatamento vocale.

Ismael Jordi ha sostituito all’ultimo momento René Barbera nel ruolo principale affrontando Devereux con professionalità nonostante alcune incertezze iniziali nella performance vocale; col passare dei momenti ha dimostrato sicurezza crescente specialmente nelle parti acute mantenendo anche buona tenuta scenica durante tutta l’opera.

Il cast include anche Enrico Casari , Mariano Buccino , Giacomo Mercaldo e Ciro Giordano Orsini , tutti impegnati a rendere omaggio all’eredità artistica lasciata dalla trilogia Tudor attraverso interpretazioni solide ed emozionanti.