Un viaggio notturno tra le strade di Teheran: il film “Buonanotte a Teheran” sfida la censura

“Buonanotte a Teheran”, diretto da Ali Ahmadzadeh, esplora la vita notturna di Teheran attraverso la storia di un tassista spacciatore, affrontando temi di oppressione e ricerca di libertà in Iran.
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Il film “Buonanotte a Teheran”, diretto da Ali Ahmadzadeh, offre uno sguardo crudo e audace sulla vita notturna della capitale iraniana. Attraverso la storia di Amir, un tassista spacciatore, il regista esplora temi come la droga, l’oppressione e la ricerca di libertà in un contesto sociale complesso. Presentato in anteprima al Milano Film Festival e al Biografilm di Bologna, il film si distingue per il suo approccio provocatorio e visivamente coinvolgente.

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La trama del film

“Buonanotte a Teheran” segue Amir , un spacciatore che guida un taxi attraverso le strade desolate della città. Con una t-shirt logora e una personalità catatonica, Amir naviga tra i vicoli bui seguendo le indicazioni di un GPS robotico. La notte è illuminata solo da lampioni fiocchi e dai fari delle auto che attraversano l’oscurità. Il protagonista non è solo; con lui vive anche un bulldog che rappresenta una sorta di compagnia in questo mondo solitario.

La narrazione si sviluppa attorno alle interazioni di Amir con vari personaggi: anziani in cerca di conforto, giovani tossici alla ricerca della loro dose quotidiana e donne costrette sotto strati di chador. La droga diventa così simbolo non solo della dipendenza ma anche dell’unica via d’uscita dalla pesantezza della vita quotidiana sotto regime oppressivo.

Tematiche affrontate nel film

Il lungometraggio affronta tematiche complesse legate all’uso delle sostanze stupefacenti in Iran. Dalla cocaina all’oppio fino alla morfina, ogni tipo di droga viene trattata come una merce preziosa ma pericolosa che circola clandestinamente sotto gli occhi vigili dello stato. Le videocamere sorvegliano ogni angolo mentre i posti di blocco sono disseminati lungo le strade; tuttavia, questo controllo non riesce a fermare il desiderio umano per la libertà personale.

Una sequenza centrale del film mostra Amir mentre incontra una hostess appena tornata dall’Europa all’aeroporto per scambiare droga con lei. Questo incontro avviene lontano dagli sguardi indiscreti nella quiete dei campi polverosi dove possono lasciarsi andare senza paura delle conseguenze immediate.

Stile visivo e tecniche cinematografiche

Ahmadzadeh ha girato “Buonanotte a Teheran” con uno stile unico che ricorda i cortometraggi assemblati insieme per creare un racconto fluido ed energico. L’uso del camera car è emblematico del cinema politico iraniano degli anni ’90 ed evidenzia l’intento provocatorio del regista nel voler sfidare le norme imposte dalla censura statale.

Le scene sono caratterizzate da ritmi frenetici alternati a momenti più contemplativi dove emerge chiaramente l’assurdità della situazione dei protagonisti costretti a vivere nell’illegalità pur cercando semplicemente sollievo dalle loro sofferenze quotidiane.

Messaggio politico ed artistico

Ali Ahmadzadeh ha dichiarato che il suo lavoro mira principalmente alle nuove generazioni iraniane intrappolate tra desideri personali e restrizioni politiche severe. Per lui realizzare questo film rappresenta non solo una forma d’arte ma anche una lotta contro l’oppressione culturale presente nel paese.

Mostrare “Buonanotte a Teheran” al pubblico internazionale è visto come una vittoria nella battaglia contro la censura; portare alla luce storie nascoste diventa quindi atto fondamentale per dare voce ai tanti giovani iraniani desiderosi di cambiamento.

Dopo aver debuttato oggi nei festival italiani, il film sarà disponibile dal 12 giugno su IWonderfull, piattaforma streaming accessibile tramite Prime Video.

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