I cardinali della Chiesa cattolica stanno affrontando una fase delicata mentre cercano di trovare un consenso sulle linee future della Chiesa dopo Papa Francesco. Le ultime riunioni hanno rivelato la necessità di più tempo per discutere e confrontarsi, soprattutto riguardo alla figura che dovrà succedere al pontefice uscente. Nonostante l’ottimismo iniziale, i porporati riconoscono che la diversità delle opinioni all’interno del conclave rende difficile raggiungere una decisione rapida.
Necessità di ulteriori discussioni
Durante l’uscita dalla congregazione generale, diversi cardinali hanno espresso l’importanza di continuare il dialogo. Il clima è descritto come positivo, ma le differenze tra i membri del conclave sono significative e mai viste prima in questa misura. Per questo motivo, è stato deciso di raddoppiare il tempo dedicato alle discussioni: lunedì 5 maggio ci saranno due sessioni, una al mattino e una al pomeriggio. Questo approccio mira a garantire che ogni voce venga ascoltata prima dell’inizio ufficiale del conclave.
Il cardinale Claudio Gugerotti ha usato un’immagine evocativa per sottolineare la situazione attuale: «Siamo fiori da annaffiare». La sua risposta a chi chiedeva se ci fosse già un nome condiviso per il nuovo Papa evidenzia la complessità della situazione: «Mercoledì come si fa? È dopo mercoledì che deve sbocciare». Questa metafora suggerisce non solo pazienza ma anche apertura verso possibili sviluppi futuri.
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Un panorama incerto
Il cardinale Fernando Natalio Chomali Garib ha commentato sull’incertezza dei nomi in gioco: «Ci sono 133 nomi, tutto è aperto». Altri porporati hanno confermato che non esiste ancora un consenso su chi possa essere il successore di Francesco. Il cardinale Jean-Paul Vesco ha parlato con franchezza dicendo: «Non siamo pronti» e ha aggiunto che c’è bisogno di ulteriore tempo per pregare insieme affinché emerga la figura giusta per guidare la Chiesa.
Queste dichiarazioni riflettono un atteggiamento realistico tra i cardinali; molti sembrano consapevoli delle sfide da affrontare nel trovare una leadership condivisa in questo momento cruciale.
L’importanza del dialogo
Il cardinale Angelo Bagnasco ha messo in evidenza quanto sia fondamentale il dialogo tra i porporati nella definizione del profilo del futuro Papa. Ha avvertito contro le semplificazioni politiche nelle divisioni fra schieramenti all’interno della Chiesa. La necessità di incontri informali e discussioni più intime potrebbe influenzare positivamente le decisioni finalizzate alla scelta del nuovo pontefice.
In questo contesto particolare, alcuni cardinali potrebbero decidere di non partecipare alle celebrazioni liturgiche tradizionali nelle loro parrocchie romane durante questi giorni cruciali; ciò dimostra quanto siano concentrati sulla preparazione al conclave piuttosto che su impegni ecclesiastici abituali.
Attesa degli ultimi partecipanti
Mentre fervono i preparativi nei luoghi designati come Santa Marta e nella Cappella Sistina, resta da vedere quando arriveranno gli ultimi due cardinali elettori ancora assenti a Roma. Anche se non hanno comunicato ufficialmente riguardo alla loro assenza, rimangono comunque parte dei 133 membri previsti nel collegio elettorale; sarà necessario raggiungere almeno 89 votanti affinché si possa eleggere un nuovo Papa.
Le tempistiche sono cruciali poiché gli arrivi dei cardinals sono attesi tra martedì sera e mercoledì mattina prima dell’inizio della messa “pro eligendo”. Infine, riguardo ai costosi aspetti logistici legati al conclave stesso—un tema sensibile date le difficoltà economiche attuali—il portavoce Matteo Bruni ha chiarito che sarà la Santa Sede a coprire tutte le spese senza alcun supporto esterno o sponsor coinvolti nel processo elettorale.