Promettono 250 e-bike gratis per via di graffi superficiali, ma l’unico obiettivo è raccogliere i dati personali degli utenti: il messaggio circola da settimane e ha già ingannato centinaia di persone.
Sta circolando da giorni su Facebook un post che annuncia la consegna gratuita di 250 biciclette elettriche. Il motivo? Secondo quanto scritto, le bici sarebbero state escluse dalla vendita a causa di graffi o piccoli difetti estetici, ma sarebbero comunque in perfette condizioni. Per riceverne una, si chiede agli utenti di seguire una pagina, condividere il post e scrivere “grazie” nei commenti. In cambio, si dovrebbe ricevere un messaggio con le istruzioni per ottenere il premio. Ma chi segue la cronaca digitale sa che questo meccanismo è sempre lo stesso, e porta sempre allo stesso risultato: nessuna bici, ma tanti dati raccolti.
I passaggi che sembrano innocui, ma portano dritti al furto di dati
Il testo pubblicato su Facebook parte con toni gentili: “Siamo lieti di informarvi che invieremo gratuitamente 250 biciclette…”. Poi arrivano le foto: decine di e-bike nuove, ancora imballate, dentro quello che sembra un negozio. Il post è ben costruito, almeno in apparenza, e in poche ore ha raccolto migliaia di condivisioni. Solo che dietro non c’è nessuna azienda, nessuna iniziativa reale. È solo una trappola.
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Chi commenta e segue le istruzioni riceve un messaggio privato. “Congratulazioni, sei stato selezionato”, si legge. Per ricevere il premio, bisogna ora iscriversi tramite un link, e magari condividere ancora il post in altri dieci gruppi. Anche se non si completa ogni passaggio, la chat continua lo stesso. Il premio, stando al messaggio, sarebbe una bici elettrica e un buono da 500 euro. Ma prima di riceverlo, bisogna compilare un modulo. Nome, cognome, email, numero di telefono. A volte anche dati bancari. È a questo punto che scatta la vera truffa.
Lo schema non è nuovo. Si era visto con i pacchi Amazon “invenduti”, con i falsi buoni benzina, con promesse simili. Cambia solo l’oggetto. Stavolta sono biciclette, ma il principio è identico: attirare con un regalo, per poi sottrarre informazioni personali. In alcuni casi, se si clicca sul link, si rischia pure di installare un malware nel dispositivo. E a quel punto, se non si ha un antivirus, il danno può essere serio.
Come capire quando si tratta di una bufala
Il post sulle bici è scritto con cura, ma non troppo. Basta leggerlo con attenzione per notare errori grammaticali, frasi strane, costruzioni sbagliate. Un esempio? “Questa bicicletta può essere utilizzata in tutti i nostri negozi ovunque”. Un messaggio che non ha senso e che dovrebbe già far suonare un campanello. Anche il sito che si apre cliccando il link non aiuta: nessun recapito, nessuna sede, nessuna informazione. Solo una pagina sbiadita con frasi generiche e un modulo da compilare.
Chi conosce bene internet capisce subito che c’è qualcosa che non va. Ma chi si fida, chi magari non è abituato a verificare, finisce per cascarci. Il problema non è tanto il premio che non arriva, quanto il rischio concreto di finire in un sistema di raccolta dati non autorizzato, con conseguenze imprevedibili.
Se qualcuno ha già cliccato, la cosa migliore da fare è cambiare subito le proprie password, fare una scansione del dispositivo e, se si è inserito il numero di telefono, prestare attenzione a possibili contatti sospetti nei giorni successivi. La rete è piena di queste trappole. Promettono molto e non danno nulla. Ma anche un post ben confezionato, condiviso da amici e parenti, può essere un inganno. Meglio perdere due minuti in più per controllare, che perdere i propri dati con un clic.