Massimo Santucci, 67 anni, è deceduto domenica 4 maggio all’hospice di Pisogne dopo un grave malore che lo ha colpito mentre era alla guida della sua auto. L’incidente è avvenuto il 13 aprile a Rogno, dove l’uomo ha perso il controllo del veicolo. Nonostante i soccorsi tempestivi e le cure ricevute in ospedale, le sue condizioni si sono rivelate critiche.
La passione per lo sport
Massimo Santucci era noto nella comunità di Lovere non solo per la sua personalità affabile ma anche per la sua dedizione allo sport. La figlia Chiara ricorda con affetto come suo padre fosse attivamente coinvolto nella squadra di pallavolo della Virtus Lovere. Qui svolgeva ruoli importanti come segnapunti e accompagnatore durante le partite. Tuttavia, la vera passione di Massimo era il tennis; amava giocare e aveva gestito un campo a Rogno insieme ad alcuni amici.
Ogni domenica pomeriggio seguiva una routine consolidata: una partita con gli amici seguita da momenti di convivialità fino al calar della sera. Il giorno dell’incidente non faceva eccezione; dopo aver trascorso del tempo sul campo da tennis, Massimo si stava dirigendo verso casa quando ha subito un infarto che gli ha fatto perdere il controllo dell’auto.
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L’incidente a Rogno
L’incidente è avvenuto alla rotonda della Rondinera a Rogno. A bordo con lui c’era Lucio Fusarri, suo caro amico e allenatore di pallavolo. Fusarri racconta che poco prima dell’impatto avevano terminato una partita di tennis e stavano tornando a casa quando improvvisamente l’auto ha sbandato. «Ho visto Massimo perdere il controllo,» spiega Lucio; «in un attimo ci siamo ritrovati fuori strada.»
Dopo l’impatto contro un muretto e una siepe privata, i residenti nelle vicinanze hanno subito chiamato i soccorsi mentre i Vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente per estrarre Massimo dall’abitacolo incastrato contro il muro. Anche l’elisoccorso è stato mobilitato per garantire assistenza medica immediata.
Una volta ricoverato all’ospedale di Esine, le condizioni cliniche erano gravi fin dall’inizio; tuttavia, i familiari hanno sperato fino all’ultimo in un miglioramento delle sue condizioni. Purtroppo martedì scorso hanno dovuto prendere la difficile decisione di trasferirlo all’hospice dove poi si è spento pochi giorni dopo.
La notizia della sua morte ha lasciato nel dolore non solo la famiglia ma anche tutta la comunità sportiva locale che lo ricordava come una figura sempre presente e disponibile nel mondo dello sport giovanile.