L’elezione di Jorge Mario Bergoglio a Papa, avvenuta il 13 marzo 2013, ha sorpreso molti. Il Conclave che ha portato alla sua nomina è stato caratterizzato da incertezze e strategie complesse. La Conferenza Episcopale Italiana si era preparata con due comunicati di congratulazioni: uno per Bergoglio e uno per il cardinale Angelo Scola, che sembrava il favorito. Un errore nella comunicazione digitale ha portato alla pubblicazione prematura del messaggio per Scola, prima di essere rapidamente ritirato. Questo episodio sottolinea l’imprevedibilità della situazione.
Le voci contro Bergoglio
Durante le votazioni nella Cappella Sistina circolavano voci infondate riguardo alle condizioni di salute di Bergoglio, suggerendo una “strategia della malattia” utilizzata in passato per ostacolare candidati forti. Oscar Rodrigues Maradiaga, amico honduregno di Bergoglio, si è attivato per rassicurare i cardinali sulla salute del futuro Papa. Maradiaga era noto non solo come un personaggio carismatico ma anche come un sostenitore appassionato dell’amico argentino.
Nel 2005, quando Benedetto XVI fu eletto con i voti anche di Bergoglio, la campagna contro quest’ultimo era stata più subdola e pesante; dossier diffamatori erano stati creati dall’Argentina con l’intento di screditarlo presso i cardinali elettori. Cardinali influenti come Angelo Sodano avevano cercato pressioni affinché il futuro Papa si dimettesse prima dei 75 anni.
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Il sostegno latino-americano
Nonostante le opposizioni iniziali, la maggioranza dei cardinali latino-americani decise infine di sostenere Bergoglio. Anche i cardinali nordamericani lo appoggiarono grazie alla sua reputazione sobria su temi delicati come l’aborto e al supporto dell’episcopato latinoamericano. A Roma aveva sempre avuto alleati tra cui Santos Abril e Christoph Schönborn che sostenevano che fosse giunto il momento per un papa proveniente “quasi dalla fine del mondo”.
La sua ascesa non è iniziata nel Conclave del 2013 ma affonda le radici nella Conferenza dell’Aparecida nel maggio del 2007 dove emerse una nuova visione della Chiesa latina americana: non più considerata terra missionaria degli europei ma protagonista attiva nel guidare la Chiesa globale.
Le teorie sul gruppo riformista
Le critiche all’elezione di Francesco hanno spesso fatto riferimento a quello che viene chiamato “la mafia di San Gallo”, un gruppo informale composto da alti prelati riformisti tra cui Gottfried Danneels e Carlo Maria Martini. Questi cardinali si riunivano annualmente a San Gallo con l’obiettivo dichiarato di influenzare gli indirizzi della Chiesa dopo gli anni Ratzinger.
Tuttavia queste teorie complottiste sono state utilizzate dai detrattori per delegittimare la figura papale durante tutto il pontificato bergogliano. La segretezza delle votazioni rende difficile comprendere pienamente le dinamiche interne al Conclave; ciò ha alimentato speculazioni sulle divisioni tra i cardinali italiani dopo gli scandali recenti legati al papato precedente.
Il contesto storico mostra chiaramente perché dal 1978 non sia stato più eletto un papa italiano: tensioni interne ed eventi controversali hanno segnato profondamente la vita ecclesiastica romana negli ultimi decenni.