Con l’entrata in vigore di un nuovo regolamento, le modalità di accesso ai domicili dei lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, per le verifiche INPS in caso di malattia sono state uniformate. Questo cambiamento mira a semplificare il processo e garantire parità di trattamento tra le due categorie. Le fasce orarie per i controlli sono ora identiche e si applicano a tutti i lavoratori malati.
Uniformità delle fasce orarie
Le nuove disposizioni stabiliscono che gli orari per i controlli INPS siano gli stessi sia per i dipendenti del settore pubblico che privato. I controlli possono avvenire al mattino dalle 10:00 alle 12:00 e nel pomeriggio dalle 17:00 alle 19:00, sette giorni su sette, inclusi festivi e weekend. Questa decisione è stata presa dopo una lunga discussione legale riguardante la differenziazione originaria introdotta dal Decreto 206/2017, noto come decreto Madia.
Il TAR del Lazio ha sollecitato l’uniformazione delle regole riguardanti le visite fiscali, portando l’INPS ad adottare un provvedimento autonomo con il numero 4640 del 2023. Nonostante queste modifiche agli orari di reperibilità, non ci sono stati cambiamenti significativi riguardo agli esoneri previsti o alle sanzioni associate alla modifica dei dati relativi all’indirizzo di reperibilità.
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Questa nuova regolamentazione offre maggiore chiarezza ai lavoratori malati su quando devono essere disponibili presso il proprio domicilio per eventuali verifiche da parte dell’INPS. È fondamentale che ogni lavoratore rispetti questi orari per evitare sanzioni o problematiche relative alla propria situazione previdenziale.
Procedura da seguire in caso di malattia
Quando un lavoratore si trova in stato di malattia deve contattare il proprio medico curante affinché rediga un certificato medico da inviare telematicamente all’INPS. Il periodo di assenza dal lavoro decorre dalla data indicata nel certificato medico stesso; tuttavia, l’INPS può riconoscere anche il giorno precedente solo se specificamente indicato dal medico durante una visita domiciliare.
Il certificato deve contenere informazioni essenziali come la data d’inizio della malattia e la presunta durata dell’interruzione dell’attività lavorativa. Inoltre, è importante fornire correttamente l’indirizzo dove sarà possibile effettuare eventuali controlli durante gli orari stabiliti dalla legge.
È compito del datore di lavoro richiedere verifiche senza dover attendere comunicazioni ufficiali dall’INPS se ritiene necessario accertarsi della presenza del dipendente a casa durante il periodo dichiarato come assente dal lavoro.
Cambiare indirizzo durante la malattia
Nel caso in cui un lavoratore debba cambiare indirizzo mentre è in congedo per malattia, vi sono procedure specifiche da seguire a seconda della categoria professionale. Per chi lavora nel settore privato assicurato presso l’INPS è necessario informare preventivamente sia la sede territoriale dell’INPS competente sia il datore di lavoro attraverso canali dedicati.
Se lo spostamento avviene all’estero verso paesi UE o extra UE, ci potrebbero essere ulteriori valutazioni necessarie da parte dell’INPS prima della partenza; questo vale soprattutto nei casi dove ci possano essere rischi legati allo spostamento stesso o necessità particolari legate alla salute del lavoratore.
Per coloro che non sono assicurati presso l’INPS ma operano nel settore privato basta informare solamente il datore di lavoro circa la variazione d’indirizzo; mentre i dipendenti pubblici devono comunicare al proprio ente amministrativo affinché quest’ultimo possa avvisare direttamente l’ufficio INPS competente sul territorio.
La trasmissione della variazione può includere una data retroattiva entro cui si desidera rendere effettivo lo spostamento dall’indirizzo originale comunicato precedentemente all’inizio del periodo d’assenza dal lavoro dovuta a motivazioni sanitarie.
Casi d’esonero dai controlli
Esistono situazioni specifiche nelle quali un lavoratore può giustificare la propria assenza dai controlli senza incorrere nelle sanzioni previste dalla normativa vigente. È fondamentale comunicare tempestivamente al datore qualsiasi assenza giustificata dovuta a cause gravi o imprevisti familiari oppure visite mediche correlate alla patologia oggetto della richiesta d’assistenza sanitaria tramite congedo per malattie temporanee.
Inoltre vi sono esenzioni previste dalla legge nei casi più gravi come patologie salvavita o invalidità riconosciute superiormente al 67%. Queste norme mirano ad offrire protezioni adeguate ai soggetti più vulnerabili evitando ulteriormente complicazioni burocratiche nei periodici accertamenti sanitari previsti dall’istituto previdenziale nazionale.