I sondaggi archeologici previsti per oggi, 12 maggio, nell’area destinata alla costruzione del nuovo stadio della Roma sono stati rinviati. La decisione è stata presa dopo le manifestazioni di protesta da parte dei residenti di Pietralata e di alcuni esponenti politici. L’intervento era considerato un passo fondamentale per avviare il progetto, ma la mobilitazione ha costretto le autorità a interrompere l’operazione.
Il sit-in dei contrari allo stadio
All’arrivo degli operai incaricati di effettuare i carotaggi, decine di residenti si sono radunati nell’area designata per la costruzione dello stadio. Tra i manifestanti erano presenti anche membri del Movimento 5 Stelle e Potere al Popolo. Le forze dell’ordine hanno tentato di creare un varco per consentire l’ingresso del camion carico dei materiali necessari all’inizio delle operazioni, ma si sono trovate davanti una resistenza significativa da parte dei partecipanti al sit-in.
Momenti di tensione si sono verificati quando alcuni manifestanti hanno deciso di sedersi a terra in segno di protesta, bloccando così il passaggio del mezzo pesante. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine per mantenere l’ordine pubblico, la situazione è diventata rapidamente caotica e ha richiesto un intervento immediato.
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Dopo aver riportato una certa calma tra i presenti, le autorità hanno deciso che non era possibile proseguire con i lavori programmati. Il camion che avrebbe dovuto trasportare gli attrezzi necessari ai carotaggi ha quindi fatto marcia indietro; nel frattempo è stata chiamata un’ambulanza sul posto nel caso ci fossero stati feriti durante le fasi più concitate della protesta.
Operazione rinviata
L’avvio delle indagini archeologiche era stato richiesto dall’AS Roma al Comune ed era considerato essenziale prima dell’inizio ufficiale della costruzione dello stadio a Pietralata. Tuttavia, questa iniziativa ha suscitato forti opposizioni tra i cittadini locali che sostengono che l’area interessata ospiti una vegetazione importante e meritevole di protezione.
La contestazione è stata preceduta dalla presentazione di un esposto da parte del Movimento 5 Stelle ai carabinieri forestali riguardo alla presenza nella zona “di un vero e proprio bosco”, come attestato da una perizia agronomica già effettuata in precedenza. Durante il sit-in erano visibili cartelli che richiamavano l’importanza degli alberi presenti nell’area; tra i firmatari dell’esposto figurano anche Dario Tamburrano e Daniele Diaco.
Il rinvio dei lavori rappresenta quindi non solo uno stop temporaneo alle attività previste ma anche una vittoria simbolica per coloro che si oppongono alla realizzazione dello stadio su quel terreno specifico.
L’attacco a Gualtieri
Dopo gli eventi odierni, Daniele Diaco insieme agli altri esponenti M5S presenti sul posto ha commentato: “Il bosco urbano di Pietralata è salvo…per ora.” Hanno definito la situazione come “una pagina vergognosa” nella gestione amministrativa della città riguardo alle procedure legate alla costruzione dello stadio voluto dall’attuale amministrazione capitolina in collaborazione con AS Roma.
Le tensioni emerse durante il tentativo iniziale d’inizio lavori sono state attribuite dai tre politici pentastellati ad una cattiva gestione delle procedure relative all’intervento previsto sull’area verde. Hanno inoltre espresso la necessità urgente affinché Roma Capitale apra un tavolo di confronto con tutti quei comitati cittadini contrari all’edificazione dello stadio nella zona boscosa.
Al momento non ci sono informazioni ufficialmente disponibili riguardo ad una nuova data programmata per avviare finalmente le operazioni necessarie ai carotaggi previsti dal progetto.