Sospeso lo spot di Diletta Leotta: il Giurì interviene dopo le critiche di Selvaggia Lucarelli

Il Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria sospende lo spot di Diletta Leotta per violazione del Codice, dopo le critiche di Selvaggia Lucarelli sulla sua rappresentazione sessista.
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L’ultimo spot pubblicitario che vede protagonista Diletta Leotta è stato ufficialmente sospeso dal Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. La decisione arriva dopo le forti critiche mosse da Selvaggia Lucarelli, che aveva già sollevato dubbi sulla correttezza del messaggio veicolato dalla campagna. Scopriamo i dettagli della vicenda e le motivazioni dietro questa controversia.

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Il contenuto dello spot contestato

Il video pubblicitario in questione era destinato a promuovere scarpe antinfortunistiche ultra leggere, un prodotto per il quale Diletta Leotta è diventata testimonial negli ultimi anni. Nello spot, un bambino appare inquadrato di spalle mentre osserva un’esibizione musicale, con la cantante vestita con una minigonna corta. La voce fuori campo della conduttrice afferma: “La prima volta che sei rimasto senza parole”, creando un collegamento tra l’ammirazione del bambino e l’aspetto fisico della donna sul palco.

Questa rappresentazione ha suscitato immediatamente polemiche al momento del lancio dello spot nel marzo scorso. Critiche sono arrivate da più fronti, ma in particolare da Selvaggia Lucarelli, la quale ha descritto la campagna come “brutta” e “sessista”, sottolineando come fosse problematico mettere al centro il corpo femminile in modo così esplicito davanti a uno spettatore così giovane.

L’intervento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria

A seguito delle segnalazioni e delle polemiche suscitate dallo spot, il Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha deciso di intervenire ordinando la sospensione immediata della pubblicità. Secondo quanto riportato dall’ente regolatore, lo spot violerebbe l’articolo 11 del Codice dell’autodisciplina pubblicitaria. Questo articolo vieta espressamente qualsiasi forma di rappresentazione che possa essere interpretata come sessualizzazione dei bambini o soggetti simili.

La decisione evidenzia una crescente attenzione verso i contenuti pubblicitari e il loro impatto sui più giovani. Il Giurì ha ritenuto necessario proteggere i minori da messaggi potenzialmente dannosi o fuorvianti riguardo alla percezione del corpo umano e alle relazioni interpersonali.

La reazione di Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli non si è fatta attendere nel commentare la sospensione dello spot attraverso i suoi canali social e nella sua newsletter personale. Ha ribadito quanto già espresso precedentemente: “Ne avevo scritto un mese fa e a quanto pare non avevo torto”. Questo riconoscimento da parte delle istituzioni sembra confermare le sue preoccupazioni iniziali riguardo all’impatto negativo che tale rappresentazione potrebbe avere sulla società.

Attualmente lo spot è stato bloccato su tutte le reti televisive italiane; tuttavia continua ad essere visibile online su diverse piattaforme digitali dove risulta più difficile esercitare controllo sui contenuti condivisi dagli utenti.

La vicenda mette in luce non solo questioni legate alla responsabilità sociale degli influencer e dei testimonial nella comunicazione commerciale ma anche l’importanza crescente della sensibilità verso tematiche legate all’infanzia nei media contemporanei.

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